ROMA. All'apice della crisi che la attraversa, la chiesa cattolica è scossa da due «sorprese», che si susseguono nel giro di qualche settimana: la rinuncia di Benedetto XVI e l'elezione del primo papa venuto «dalla fine del mondo» e che ha scelta di chiamarsi col nome del Santo di Assisi.
Un pontefice «simpatico», nel senso comune ed antico del termine, capace in sei mesi di attrarre i consensi anche di coloro che da sempre si propongono come alternativa a quello che il soglio di Pietro rappresenta. " Nel suo ultimo libro «La sorpresa di papa Francesco» (Mondadori), Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, storico ed ex ministro, riflette sulla scelta "eccezionale" di Ratzinger e sulla scommessa di Jorge Bergoglio, un uomo che incarna «una ventata dì freschezza umana ed evangelica». Ne delinea la figura partendo dalle fonti storiche: i primi atti del suo pontificato, gli scritti del cardinal Bergoglio e la vita nella sua comunità a Buenos Aires. Ma il libro non è una biografia del nuovo papa, quanto piuttosto un'analisi puntuale delle premesse e delle prospettive di questo pontificato la cui cifra è la «speranza». Riccardi parte dalla «notizia shock» data dall'Ansa l'11 febbraio delle dimissioni di papa Ratzinger. Una notizia così eccezionale da prestarsi ad amplificazioni caricaturali, sottolinea.
Tanto che pare che in Africa, racconta Riccardi nelle prime pagine, subito dopo l'annuncio, corresse voce di un Benedetto XVI diventato protestante o musulmano. Una «bufala», che è testimonianza di un fatto inatteso e clamoroso, benché Benedetto XVI avesse accennato alla possibilità della rinuncia. La decisione del papa emerito acquista tanto più significato perché così vicina nel tempo al percorso di segno opposto scelto dal suo predecessore Giovanni Paolo II, che non era «sceso dalla croce» ma aveva innalzato la malattia a percorso apostolico. Ratzinger ne aveva ammirato il coraggio - spiega Riccardi - ma forse non condiviso l'esposizione della malattia. Dopo quella rinuncia inedita, se non per il precedente spesso ricordato di Celestino V, c'era «bisogno di una profezia» come risposta al «clima di ingrigimento» e di pessimismo. E c'è stata: un senato di anziani cardinali ha scelto un uomo anziano (Bergoglio ha 76 anni) dal messaggio giovanile che ha subito conquistato l'affetto dei fedeli e non solo. Ha riconosciuto e mostra di affrontare le questioni interne, ha riempito piazza san Pietro di migliaia di fedeli e ha aperto un dialogo, nel mondo globalizzato, con le altre religioni. Possibile che in pochi mesi i problemi della Chiesa si siano risolti?
Quel che è certo- spiega Riccardi - è che si è stabilito un rapporto nuovo con il popolo cristiano, con una «simpatia profonda», e non solo per le innegabili doti caratteriali di Bergoglio. Una simpatia nel senso etimologico del termine, di percezione e condivisione dei sentimenti positivi e negativi degli altri, di cultura dell'incontro.