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La Repubblica - Ed. Firenze

2 Enero 2015

Non più schiavi ma fratelli. 200 fiaccole per Sant'Egidio

 
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«NON più schiavi ma fratelli». Il messaggio di papa Francesco diventa il leit-motiv della marcia sulla pace della Comunità di Sant'Egidio, organizzata in occasione della "Giornata mondiale della pace". E tra fiaccole e cartelli con il nome del paese di provenienza, in circa 200 partecipano alla marcia della pace partita dalla piazza Madonna della Neve, alle ex Murate, e proseguita per le vie del centro storico, tra piazza Santa Croce, piazza San Firenze, arco di San Pierino, fino a concludersi in borgo Pinti, all'Istituto San Silvestro, dove era stata organizzata una piccola festa.
Alle Murate, prima ancora di intraprendere il cammino, ha parlato una ex detenuta di Sollicciano: «Il carcere per me è stato come un grande buio, mi sono sentita colpevole davanti a tutti. E solo alla messa ho trovato un po' di pace», ha raccontato Lumita, di origini rumene. In  piazza San Firenze invece ha portato la testimonianza Rkhaya Mbengue, la moglie di Samb, il giovane senegalese ucciso nella strage di piazza Dalmazia: «È un giorno bello perché posso ricordare mio marito assieme a tanti amici e posso sperare in una riconciliazione tra popoli e razze», ha detto Rkhaya.
All'arco di SanPierino, invece, un 18enne pakistano ha raccontato i momenti drammatici della fuga dal proprio paese, spesso a rischio della vita, alla ricerca di un futuro migliore. «Grazie a questo percorso per le strade del centro nel primo giorno dell' anno non abbiamo abbracciato solo la città ma la geografia e la storia di tanti popoli», ha detto a fine marcia Michele Brancale della Comunità di Sant'Egidio.