| 8 Octubre 2009 |
Napoli-Shangai patto tra etica e globalizzazione |
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È la cultura «la chiave di volta perché Napoli riprenda il suo ruolo di capitale e riparta per la soluzione dei suoi problemi». Ne sono convinti il cardinale Crescenzio Sepe, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi, il ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi.
Le conclusioni della «tre giorni» su «Napoli e la Cina», promossa dall'arcidiocesi di Napoli, dall'istituto Orientale e dalla Comunità di Sant'Egidio, trova tutti concordi: «Viviamo un momento di spaesamento - dice Riccardi - siamo tutti più ricchi ma tutti più soli e la Chiesa intuisce la necessità del dialogo tra le culture, tra i popoli, tra le religioni». A Napoli convivono - aggiunge Sepe - tanti popoli. Come Pastore non posso non occuparmi di ciascuno di loro: uomini di mondi diversi, ma con i quali occorre costruire ponti nel rispetto della loro unicità». Una tappa iniziata con il meeting interreligioso che si svolse a Napoli nell'ottobre del 2007 Nella convinzione - prosegue Riccardi - «che Napoli e Shanghai manterranno la loro identità e convivranno senza un dominus o un pensatore unico, ma con una tessitura multipolare dove ognuno farà la sua parte». Ben consapevoli del grande momento di crisi che si sta vivendo, come ricorda Michel Camdessus, governatore onorario della Banca di Francia, spiegando che: «si tratta della prima crisi della globalizzazione». E facendo ricorso efficacemente alla figura mitologica dell'idra a sette teste. «Una crisi finanziaria - dice - ma che fa sistema con almeno altre sei crisi: la povertà nel terzo mondo, la crisi climatica, la crisi alimentare, la crisi energetica, la crisi del multilateralismo e la crisi culturale. Bisogna tenerle in conto tutte - aggiunge Camdessus - se si vuole risolverne una e questa, così come la componente culturale, le domina tutte».
Rosanna Borzillo
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