| 4 Octubre 2009 |
Napoli-Cina, la sfida della Chiesa |
Il monito di Sepe: «Più etica negli affari ma non ignoriamo questa comunità» |
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Spetterà al governatore onorario della Banca di Francia Michel Camdessus e al docente della Federico II Sergio Sciarelli trattare di etica degli affari nella tre giorni, che inizierà domani, dedicata dalla diocesi ai rapporti tra Napoli e la Cina in collaborazione con l’università Orientale e la Comunità di Sant’Egidio. «I cinesi occupano una posizione commerciale di primo piano nella nostra città - dice il cardinale Crescenzio Sepe nella conferenza stampa di presentazione, affiancato dal rettore dell’Orientale Lida Viganoni e dai vicari per la Cultura monsignor Adolfo Russo e per le Comunicazioni monsignor Gennaro Matino - Non possiamo come Chiesa tenere gli occhi chiusi. Ma ci compete dare un’iniezione di eticità nel nostro territorio». Settemila i cinesi in Campania, 1.800 a Napoli, il resto in provincia tra Terzigno e San Sebastiano. Raddoppiata dal 2002 la domanda di chi vuole studiare cinese: mille gli studenti iscritti all’Orientale, segno di un crescente interesse culturale per l’Est. Il convegno si muove anche in altre due direzioni: il riconoscimento della figura di Matteo Ripa, fondatore del Collegio dei cinesi, l’attuale Orientale, e la questione religiosa in Cina, dibattuti in tre giorni di confronto e in quattro luoghi simbolo della città. Si inizia domani, al Museo diocesano, in largo Donnaregina, dov’è prevista anche la partecipazione del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. «Dal convegno - annuncia il cardinale - si riprenderà con vigore il cammino di beatificazione di Ripa». Sarà il sacerdote missionario il protagonista della seconda giornata, scenario dei lavori l’Orientale, il luogo «dove Ripa, di ritorno dalla Cina, nel 1711, con quattro giovani allievi - spiega il rettore Viganoni - fondò il Collegio dei cinesi che da sempre ha coltivato il dialogo tra popoli diversi». Intanto, martedì, in Facoltà teologica, si esaminerà lo spinoso ruolo delle religioni in Cina. «Napoli - dice monsignor Russo - guarda lontano e si candida ad esercitare una funzione di collegamento con i paesi dell’Est, un ponte di opportunità, una rete di relazioni umane. La questione religiosa è complessa e delicata, ma si è alla ricerca di un confronto rispettoso e costruttivo con l’intera nazione cinese». Le conclusioni saranno del cardinale e di Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, mercoledì a Palazzo reale, in piazza Plebiscito, là dove, nell’ottobre 2007, Napoli affermò il suo ruolo di città della pace ospitando il meeting interreligioso. «Per continuare sulla strada del dialogo - dice Sepe - nello spirito di Giovanni Paolo II e sulla linea del magistero della Chiesa». E dopo la Cina, nei progetti della diocesi, riflettori su islamismo, ebraismo e buddismo per proseguire sulla strada del confronto. Intanto «dall’autorità cinese - rivela il cardinale - c’è una proposta: un convegno a Shanghai su Napoli». «È nella conoscenza e nello scambio di doni che ci si apre al confronto e all’accoglienza - aggiunge Sepe - Adesso anche i cinesi cantano le canzoni napoletane e noi impariamo le loro tradizioni».
Rosanna Borzillo
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