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Augusztus 26 2010

Pakistan: la Chiesa cattolica nel mondo mobilitata per la popolazione alluvionata

 
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La Chiesa cattolica nel mondo mobilitata – dopo l’appello del Papa il 18 agosto scorso - in aiuto alla popolazione pakistana travolta dalle disastrose alluvioni. Si parla di 2000 morti e di 20 milioni di persone coinvolte, tra cui 3 milioni e mezzo di bambini. “La necessità non conosce calendari”, hanno sollecitato ieri i vescovi tedeschi annunciando una raccolta speciale, la seconda quest’anno in Germania, a favore di vittime di una catastrofe naturale. “Se siamo solidali seguiamo l’esempio di Gesù”, hanno sottolineato i presuli. Il denaro – riferisce l’agenzia Sir - verrà raccolto in tutte le chiese durante le Messe di sabato e domenica prossimi 4 e 5 settembre. In Italia la Cei ha già stanziato un milione di euro. "Il disastro in Pakistan è immenso, come non si era mai visto nella storia di questo Paese”. A parlare è Stephen Sadiq, responsabile della Comunità di Sant'Egidio a Islamabad, che in questi giorni si è mobilitata per portare i primi soccorsi alle vittime delle alluvioni. “I profughi che stanno arrivando nelle città sono milioni e hanno bisogno davvero di tutto”. Una prima raccolta di aiuti di emergenza, fatta ad Islamabad, ha permesso di procedere alla distribuzione di acqua e generi alimentari, come il pane o i datteri per celebrare il Ramadan, lungo l'autostrada che porta alla capitale, dove c'è un'immensa fila di persone che non hanno più niente, solo i vestiti che indossano. Un'altra distribuzione di aiuti è stata effettuata in una tendopoli realizzata da una organizzazione non governativa musulmana. La Comunità di Sant’Egidio ha organizzato preghiere a Lahore e Islamabad per ricordare le vittime e continuerà a portare aiuto e solidarietà a chi ha perso tutto. “E’ stata una catastrofe assolutamente epocale”, dichiara all’agenzia Sir Massimo Pallottino, responsabile dell’ufficio Asia della Caritas italiana, paventando insufficiente la cifra di 4,2 milioni di euro - indicata nell’appello lanciato dalla Caritas internationalis - per fare fronte ad una situazione che sembra peggiorare di ora in ora. “In questa grande confusione – osserva Pallottino – la struttura statale pakistana, che già di per sé è fragile, rischia di trovarsi in difficoltà e di portare ad una ripresa delle frange oltranziste, come visto negli attentati dei giorni scorsi”. Passata l’emergenza, spiega Pallottino, “bisognerà verificare i danni reali sull’agricoltura: girano cifre che vanno da 1,7 milioni a 5 milioni di ettari di coltivazioni distrutte, soprattutto risaie. Questo potrebbe mettere a dura prova la sicurezza alimentare del Paese”. Inoltre la rete Caritas e le agenzie umanitarie segnalano oggi, in una nota ufficiale, gli “effetti preoccupanti” delle alluvioni in Pakistan. “Il disastro – si legge nella nota - ha infatti causato anche una fiammata dei prezzi di tutti i beni di prima necessità". Insieme alla Caritas Pakistan stanno portando aiuti umanitari – perché già presenti in Pakistan con progetti precedenti - anche Catholic relief service (Caritas Usa), Cordaid (Caritas Olanda), la Caritas svizzera e quella irlandese. Intanto il vescovo di Faisalabad, mons. Joseph Coutts, ha chiesto di celebrare una Giornata di preghiera anche per favorire il dialogo tra cattolici musulmani e indù per aiutarsi reciprocamente. (R.G.)


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