Grembiule, cappello bianco e s'inizia a vivere. «Non si finisce mai d'imparare, per questo mi piace andare al lavoro». Daniele Di Paolo ha 36 anni e un sorriso smagliante mentre stringe tra le mani il diploma che certifica la sua professionalità come commis di sala. Da qualche mese apparecchia e serve in un noto ristorante romano che, a gennaio, lo ha assunto a tempo indeterminato. Non un premio al giovane disabile, dice il titolare, ma al «lavoro ineccepibile»: da quando c'è lui, «il clima tra i colleghi è cambiato in meglio».
Non nasconde invece che «ogni tanto qualche bicchiere gli scivola di mano» Gianluca Quintale, un ragazzo down di 23 anni che ha trovato un posto nella Trattoria degli Amici, gestita dalla comunità di Sant'Egidio. Prima di frequentare il corso di formazione "Valgo anch'io", organizzato proprio dalla comunità di Trastevere in collaborazione con il ministero del Lavoro, Gianluca passava la maggior parte della giornata in casa. «Ora ho imparato ad essere gentile con i clienti, a portare i piatti, a divertirmi mentre lavoro, la cosa che mi piace fare di più nella vita», racconta nel giorno in cui, insieme a lui, 50 ragazzi con disabilità di Roma, Bari e Novara ricevono l'attestato che aprirà loro le porte del mondo della ristorazione.
Stefano, Chiara, Davide stanno avendo l'occasione di dimostrare non solo la loro allegria, ma soprattutto la bravura tra tavoli e fornelli, dopo aver imparato per un anno un mestiere. Una sfida con cui sono riusciti a vincere pregiudizi e diffidenza, provando che i disabili nel mondo del lavoro sono un valore aggiunto. Lo ricorda il presidente della comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, insieme al grande entusiasmo dei ragazzi speciali, invitando a non disperdere questa risorsa. «Sono un cocktail vincente», ammette, perché oltre alla loro simpatia, alla loro voglia di lavorare, innescano sia nei clienti sia nei colleghi «quell'amicizia, quella voglia d'aiutarsi, di venirsi incontro, che supera l'atteggiamento competitivo e che crea veramente un ambiente di lavoro più umano».
Eppure nel nostro Paese la disoccupazione dei disabili è doppia rispetto al totale e, pur avendo fatto qualche passo in avanti con la legge 68/99, il tema del loro inserimento in ufficio è ancora una nota dolente. Per questo - è la promessa del sottosegretario Luigi Bobba - con il ministero dello Sviluppo economico «stiamo lavorando a un decreto in cui s'istituisce un fondo rotativo per imprese sociali destinato all'inclusione». Perché una società inclusiva - conclude - crea maggiore sviluppo. Dato che le relazioni umane - gli fa eco il vicepresidente di Confcommercio, Paolo Uggè - sono «un moltiplicatore di produttività».
Il lavoro, perciò, va riscoperto come elemento di dignità. Dopo i molti marchi di qualità, così, da oggi ce ne sarà uno anche per quei locali che danno un'occupazione ai disabili. È il bollino "Valgo anch'io", lanciato dalla comunità di Sant'Egidio, per indicare che lì c'è amicizia, rispetto delle persone e dunque qualità.
Alessia Guerrieri
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