![](/immagini/rassegna/testate/logo_sette.gif) | 30 Maggio 2016 |
Andrea Riccardi / Religioni e civiltà |
La frontiera del dolore |
L'esodo di 300 mila italiani dalla Dalmazia, da Fiume e dall'Istria dopo la Seconda guerra mondiale: un pezzo di storia che ci deve far riflettere |
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La guerra fredda fu vissuta come uno scontro politico-ideologico. L'Occidente di quegli anni non vedeva che l'ideologia nei Paesi dell'Est europeo, dove il comunismo dominava. In realtà, dopo 1'89, riemersero le identità nazionali e religiose, mai cancellate e passate attraverso la glaciazione comunista. Scoppiarono così i conflitti etnici nell'ex Jugoslavia, avvenne il divorzio tra cechi e slovacchi e, soprattutto, la divisione dell'Urss in Stati nazionali (a loro volta con problemi verso le minoranze etniche interne). Insomma, dietro la cortina di ferro - come la chiamò Winston Churchill nel 1946 - sopravvivevano identità e conflitti nazionali.
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Andrea Riccardi
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