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7 Settembre 2016

A Catania i funerali interreligiosi. Bianco: «La città meno egoista»

IL RITO. Officianti monsignor Gaetano Zito e Keit Abdelhafid, presidente della Comunità islamica di Sicilia

 
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«Rendiamo onore a donne e uomini che hanno lasciato la loro terra nel tentativo disperato di raggiungere le coste dell'Europa». Lo ha detto il sindaco di Catania Enzo Bianco parlando, nella corte del Palazzo dei Chierici, sotto la pioggia, durante i funerali interreligiosi celebrati per quattordici donne e tre uomini morti durante la traversata del Mediterraneo e sbarcati nelle scorse settimane nel porto di Catania.
Soltanto due di loro, un uomo e una donna, sono stati identificati. Il primo arrivo era stato, il 21 giugno, quello della salma non identificata di un uomo giunto a bordo della nave della Marina militare spagnola "Reina Sofia". Un altro corpo di identità sconosciuta era arrivato tre giorni dopo sulla "Spica" della Marina Militare italiana. Il numero maggiore di corpi era arrivato il primo luglio, dieci donne senza nome, provenienti probabilmente dall'Africa sub-sahariana, a bordo della "Diciotti CP". Quattro giorni dopo era arrivata la "Corsi", con la salma dell'etiope Abdelm Malik. A bordo della "Topaz Respondeer", giunta il 2 agosto, si trovavano le salme di un uomo e di tre donne. Tra esse l'unica a essere stata identificata: Liyonun Bellissing, nata in Nigeria nel 1993 e morta per annegamento.
Bianco ha detto di essere «Orgoglioso di rappresentare una città molto meno egoista di tante altre, ben più ricche, che voltano le spalle di fronte a queste tragedie». A officiare il rito sono stati monsignor Gaetano Zito e Keit Abdelhafid, presidente della Comunità islamica di Sicilia. Tra i presenti, il vicesindaco Marco Consoli e l'assessore Rosario D'Agata, rappresentanti delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate. Dopo il minuto di silenzio in ricordo delle vittime e prima delle preghiere e delle benedizioni interreligiose di Zito e Abdelhafid, sono intervenuti il portavoce della Comunità di Sant'Egidio, Emiliano Abramo, e due giovani migranti. I giovani di Sant'Egidio hanno posato dei fiori sopra ogni feretro.
Quello di oggi è stato il terzo funerale interreligioso a Catania. Il primo, del 28 maggio del 2014 nel Palazzo Platamone, riguardava le 17 vittime - 12 donne, tre uomini e due bambine del naufragio di poche settimane prima nel Canale di Sicilia. I 17 migranti senza nome vennero tumulati in un mausoleo al cimitero di Catania. Su ogni tomba venne inciso un verso della poesia "Migrazioni" del premio Nobel nigeriano Wole Soiynka. A questo simbolo dell'accoglienza, il quotidiano francese "Le Monde", che ha seguito anche la cerimonia di oggi, ha dedicato un ampio servizio.