E' un adagio che bisognerebbe interiorizzare, per darsi speranza e mettere mattoni solidi al futuro. Recita così: "Chi dimentica il proprio passato è condannato a ripeterlo" ; nella versione dello scrittore George Santayana, o "a riviverlo", come diceva Primo Levi. Ecco perché è tanto decisivo ricordare la storia, e associarla al volto degli altri, a quelli che potrebbero stare dietro le finestre di tante case delle nostre città, che magari erano bambini quando furono emanate le leggi razziali del '38, e che furono inghiottiti nel gorgo di Auschwitz. Era il 6 novembre 1943 quando il comando nazista, con il supporto attivissimo dei fascisti, avviò la cattura e la, deportazione degli ebrei fiorentini, arrestando oltre 300 persone che il9 novembre furono caricate sui treni diretti verso Auschwitz. Solo 107 superarono la selezione per l'immissione nel campo: gli altri vennero eliminati. I dati, peraltro, si conoscono per difetto. Nei giorni della, razzia, molti erano gli ebrei profughi dell'Europa orientale giunti attraverso la Francia.
Nell'elenco dei deportati figuravano anche otto bambini nati dopo il 1930 e 30 anziani, nati prima del 1884. Solo in 15 sarebbero tornati indietro. A 70 anni dalla, deportazione, la Comunità dì Sant'Egidio li ricorderà oggi con una marcia silenziosa che percorrerà le vie del centro fino alla sinagoga. L'appuntamento è alle 18 in piazza Duomo, angolo con via dell'Oriuolo. Per ricordare ora e sempre.