 | 20 May 2013 |
Il miracolo di primavera del Papa |
Vatileaks, Ior, corvi e pedofilia? Non se ne parla più. Merito di messaggi forti. E di un esempio che non finisce mai |
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Quanti germogli ha la primavera di Papa Francesco. Quante gemme. Sembra passato un secolo dai tempi bui di Vatileaks e delle lobby gay nella Chiesa.
Ieri c`erano oltre duecentomila persone ad assistere alla messa di Pentecoste, momento culminante della due giorni di incontro con gli appartenenti ai movimenti ecclesiali. Dall`Azione cattolica ai Focolari, dai Carismatici a Comunione e Liberazione, dalla Comunità di Sant`Egidio ai Neo catecumenali e a molti altri provenienti da tutto il mondo: tutti senza gli abituali striscioni di rappresentanza.
Non c`era giornata più appropriata per radunarli in piazza San Pietro, tornata a essere «grazie ai mass media», come disse Bergoglio nel primo Angelus del suo pontificato, «il centro del mondo». Lo Spirito Santo, infatti, è suscitatore di tutti i carismi. Dei mille fiori germogliati dentro la Chiesa. Per l`occasione Francesco ha aggiornato quell`immagine parlando di piazza San Pietro come di «un Cenacolo a cielo aperto». Oltre duecentomila fedeli superano i 150mila che si erano riversati davanti alla Basilica in occasione della messa d`insediamento delnuovo pontefice, il 19 marzo scorso, giusto due mesi fa. Ieri traboccava di pellegrini anche tutta via della Conciliazione, percorsa dal Pontefice sulla jeep bianca per salutare tutti, accarezzare i bambini, trasmettere il proprio entusiasmo. Così, ora, ripensando solo apoche settimane fa ci si accorge che si è passati dalla depressione e dalle paure che attanagliavano «la Città di Dio», all`orgoglio di far parte di questa Chiesa radunata in San Pietro per celebrare l`Anno della Fede indetto da Benedetto XVI.
«Siete un dono e una ricchezza per la Chiesa!», ha esclamato Bergoglio durante il Regina Caeli seguìto alla liturgia pentecostale, durante la quale non ha lesinato parole schiette e correzioni ai movimenti. Se il giorno prima aveva denunciato che ci si preoccupa «delle banche e non della gente che muore di fame» dimenticando «che i poveri sono la carne di Cristo», ieri ha sottolineato che lo Spirito Santo è portatore di «novità», di «armonia» e sorgente di «missione». Solo quando lo ascoltiamo, la diversità dei carismi diventa vera ricchezza per la Chiesa. Invece, «quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l`unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l`uniformità, l`omologazione».
È un catechismo paterno ma anche esigente quello che papa Bergoglio diffonde in questa primavera di rinascita, testimoniata anche dal ritorno al sacramento della confessione. Un catechismo che non risparmia qualche rimprovero a chi ha ricevuto il dono della fede. Anche l`altro giorno, per esempio, ha ribadito che «la Chiesa non è una Ong», come rischia di diventare quando mette tra parentesi Gesù Cristo. Ma è un catechismo che muove sempre dall`iniziativa di Dio e dalla misericordia del Signore, più che dalla necessità di corrispondere a prescrizioni. O da disegni di egemonia politica e culturale sul mondo. «I teologi antichi - ha proseguito ieri mattina il pontefice - dicevano che l`anima è una specie di barca a vela, lo Spirito Santo è il vento che soffia nella vela per farla andare avanti, gli impulsi e le spinte del vento sono i doni dello Spirito». Il quale «ci fa entrare nel mistero del Dio vivente e ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica e autoreferenziale, chiusa nel suo recinto». Dopo i «cristiani da salotto», tocca a un alto vizio intellettuale che colpisce anche la Chiesa di Roma, ripiegata su se stessa.
Sulla quale finalmente soffia il vento del nuovo Papa. Guardiamoci ancora indietro: rispetto a qualche mese fa non si sente quasi più parlare di corvi e Vatileaks.
Di Ior e pedofilia. Senza essere superficiali, come si è visto di recente con la penitenza decisa per il cardinal O`Brien, i problemi vengono riportati alla loro dimensione. Ma per curare le piaghe non si parte dalla messa a punto di una morale o di una tecnica chirurgica. Bensì dalla fede. Ovvero dalla coscienza che Dio salva il mondo.
Maurizio Caverza
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