 | 20 May 2013 |
Partire dai poveri. Francesco scuote i movimenti |
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Una due giorni intensissima quella con i movimenti e le associazioni laicali per l`Anno della Fede conclusa ieri da Papa Francesco in san Pietro nella giornata delle Pentecoste. «Un Cenacolo a cielo aperto», ha definito la piazza, via della Conciliazione e quelle adiacenti affollate da circa 200 mila pellegrini espressione delle tante e diverse realtà presenti nella Chiesa da Cl ai Focolarini, dall`Azione cattolica alle Acli alla Comunità di Sant`Egidio, ai Neocatecumenali.
«Nella Chiesa - ha spiegato Francesco - l`armonia la fa lo Spirito Santo. Solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l`unità». E «quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l`unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l`uniformità, l`omologazione». «Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché - ha aggiunto - Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa». Bergoglio ha sollecitato quindi tutti ad avere il coraggio del nuovo, ad uscire dalle sicurezze apparenti, affidandosi allo Spirito evitando i «cammini paralleli», alla Chiesa.
L`importante - ha sottolineato - è avere al centro Cristo e la dignità dell`uomo. Sarà lo Spirito Santo a dare il coraggio di raggiungere le «periferie esistenziali», dove testimoniare il Vangelo. È la dignità dell`uomo, è l`incontro con i poveri («carne di Cristo») che vanno posti al centro di questa testimonianza. È stata una vera sferzata la sua richiesta di cambiare le priorità della vita. Di porre l`etica al centro di ogni scelta politica.
Lo sottolinea a l`Unità il presidente delle Acli, Franco Miano. «Rispondere a questo suo richiamo richiede una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti i credenti laici. Non è solo un richiamo alle forme ma alla testimonianza di una coerenza di vita. Indica alcuni principi semplici ed essenziali, ma assolutamente decisivi. Sta alla nostra responsabilità di laici l`individuazione delle forme da individuare». Li richiama: «Accanto al tema dell`etica pubblica vi è quello dell`incontro con l`altro, in particolare con i poveri», che - spiega - «non è quello di provvedere semplicemente al loro sostentamento con l`elemosina, ma di "incontrarli"». Quindi il presidente delle Acli sottolinea il paradosso denunciato da Francesco quando si dà più peso all`andamento di una banca che a milioni di uomini che muoiono di fame. «Quello che il Papa sottolinea è profondamento giusto, importante e soprattutto vero.
Dobbiamo recuperare l`essenziale e invertire l`ordine di priorità date oggi dalla politica e dai media». Per questo insiste sulla formazione delle persone: «Certe priorità vanno capite e vissute come un valore proprio, come il contribuire alla vita delle città, il pagare le tasse, il rispettare gli altri, l`occuparsi dei poveri.
Sono quel patrimonio di valori da condividere». Vi aggiunge un secondo livello, quello «della vigilanza critica», cui sottoporre politici e amministratori «affinché ciascuno faccia la sua parte sino in fondo».
Ma questo non basta. Miano richiama l`esigenza che proprio spinto dalla crisi «ciascuno abbia uno stile di vita più essenziale, guardando alle cose che realmente contano». È la testimonianza data da subito da Papa Francesco con il suo stile. E rilancia anche quel «Non c`è politica senza etica» ribadito da Bergoglio.
Ma non deve stupire la sensibilità sociale di Papa Francesco. «È stato arcivescovo di un Paese, l`Argentina che ha visto la crisi in tutta la sua drammaticità prima che si presentasse da noi - osserva il presidente delle Acli, Gianni Bottalico.
«Ha visto le famiglie impoverirsi. La loro disperazione. Ha visto come l`economia e i poteri forti hanno mortificato i sacrifici delle famiglie. Ci chiama ad una responsabilità. Ora ci costringe a rivedere con coerenza il nostro ordine di valori: l`uomo e le persone vengono prima».
Per Bottalico sono moniti così forti da porre ai laici «l`esigenza di impegnarsi più direttamente in politica». Ne vanno ricostruite le regole. «Perché non è più possibile affidare alla finanza e a un capitalismo feroce e cannibale, la vita delle persone». Di una cosa è sicuro il presidente delle Acli: il discorso di Papa Francesco è di così grande respiro politico da creare riflessioni all`interno dei nostri mondi. «L`agire politico non potrà prescinderne».
Roberto Monteforte
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