Imposte sui redditi

Una prima novità riguarda le imposte sui redditi. L’attuale legge prevede la possibilità di detrarre dall'imposta dovuta allo Stato, in occasione della denuncia annuale dei redditi, i cosiddetti oneri di famiglia, cioè una cifra forfettaria per ogni familiare a carico. La cifra è diversa a seconda che il familiare a carico sia il coniuge, un figlio, o un altro parente.

Le nuove cifre deducibili sono le seguenti:
• per il coniuge a carico si possono dedurre 3200 euro.
• per figli o altri familiari a carico si possono dedurre 2900 euro.
Quest’ultima deduzione è aumentata a:
• a 3450 euro, per ciascun figlio di età inferiore a tre anni;
• a 3700 euro, per ogni figlio portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104. Il testo approvato non richiede la gravità dell’handicap.

Queste facilitazioni economiche sono però accessibili solamente da chi ha un reddito medio-alto e non riguardano chi ha un reddito lordo annuale inferiore ai 15.000 euro. Tale cifra rappresenta il limite al di sotto del quale non si devono pagare tasse, ma non è neanche possibile ottenere deduzioni o detrarre le spese sostenute. I miglioramenti apportati, di conseguenza, riguardano soprattutto le persone più ricche.

Congedi retribuiti

La finanziaria inoltre ripristina i fondi per la legge 53/2000 stanziando 300 milioni di euro per finanziare il congedo retribuito fino a due anni dei genitori di bambini con handicap grave.

Invalidità civile

Il secondo elemento della Finanziaria 2005 che riguarda le persone disabili, riguarda i ricorsi per le domande di invalidità civile. Dal 2003 l’unico modo per opporsi ad un provvedimento di rifiuto dell’assistenza economica era il ricorso attraverso l’autorità giudiziaria. Ci si attendeva che questa finanziaria sospendesse questo provvedimento ripristinando la possibilità di un ricorso amministrativo, più semplice e meno dispendioso. La finanziaria non ha sospeso questo provvedimento e dal 1° gennaio 2005 l’unico ricorso possibile è all’autorità giudiziaria, con l’assistenza di un legale.

Le conseguenze non sono poche. Il ricorso davanti al giudice può essere presentato entro sei mesi, mentre in precedenza si avevano dieci anni di tempo. Tale cambiamento può risultare ingiusto, specie per quelle persone che hanno malattie per le quali reagire alla risposta negativa, raccogliere la documentazione e rivolgersi ad un legale richiede molto tempo. Per di più, qualora il ricorso non venga accolto si viene chiamati a pagare le spese. Questo rischio può spingere a rinunciare al ricorso.

È da notare che questa norma sia stata adottata solamente per l’invalidità civile, mentre il procedimento per gli altri trattamenti di invalidità resta invariato.