Comunità di S.Egidio

Roma 26 marzo 2002, Basilica di Santa Maria Maggiore
Memoria dei "testimoni della fede" del nostro tempo


Veglia di preghiera

Introduzione

Canto dei salmi

Lettura del Vangelo

Omelia

Memoria di chi ha offerto la vita per il Vangelo:

in Europa

in Africa

in America

in Asia 

Congedo

 

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Pasqua 2002

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Meditazione pronunciata da S.E. card. Crescenzio Sepe


Ho accolto volentieri l�invito rivoltomi dalla comunit� di Sant�Egidio a presiedere questa preghiera in cui si fa memoria dei testimoni della fede, che per voi � diventata un appuntamento importante all�inizio della settimana santa, vissuto con intensit� insieme a tanti amici, ai rappresentanti delle chiese cristiane, ai religiosi e alle religiose di vari Istituti missionari. Il mio pensiero � corso subito alla celebrazione svoltasi al Colosseo durante l�anno giubilare il 7 maggio e presieduta dal Santo Padre, che nella memoria dei testimoni della fede ha ripresentato il vangelo delle beatitudini nella sua forza di amore. Abbiamo bisogno all�inizio di questo secolo di riascoltare e comprendere la forza di questo Vangelo e di incontrarci con l�immagine di quel Signore che stiamo per accompagnare lungo la via della passione e della croce. 

� lui infatti l�uomo delle beatitudini. Circondato da una folla tumultuosa che lo va ad arrestare, abbandonato da tutti, persino dai suoi amici, insultato, condannato a morte e crocifisso. Ges� si presenta a noi come il povero che si affida Dio, l�afflitto nel dolore che viene consolato dal Padre, il mite che rifiuta di servirsi della violenza e intima di rimettere la spada nel fodero, l�affamato ed assetato di giustizia saziato dall�amore del Padre, il misericordioso che perdona il ladro sulla croce, il puro di cuore, che si affida a Dio e ne contempla il volto, l�operatore di pace che non si fa attrarre dalla forza della spada, il perseguitato che apre le porte del regno dei cieli.

Nel Ges� delle beatitudini vengono come sconvolte le regole del mondo, che ci hanno abituato troppo spesso a cercare la beatitudine nella difesa e nell�amore per noi stessi, che diventa talvolta violento, aggressivo, ingiusto, segnato dall�indifferenza verso il mondo dei poveri. Il Signore ci interroga in questa settimana Santa sul nostro essere cristiani oggi. 

Ges� delle beatitudini ci aiuta anche a comprendere la vita dei testimoni della fede. Abbiamo ascoltato alcuni dei loro nomi risuonare oggi in questa basilica. Voglio solo ricordare di nuovo, perch� cos� vivi nella nostra memoria, il barbaro assassinio dell�arcivescovo di Cali, Mons. Isaias Duarte, e l�uccisione di cinque cristiani in una chiesa protestante di Islamabad. Ma quanti sarebbero i nomi e le storie da raccontare! Ripenso alle centinaia di testimonianze che sono state raccolte durante il Giubileo dalla commissione dei nuovi martiri. E� stato un lavoro che ha messo in luce una parte dolorosa della vita della Chiesa nel XX secolo. Sono caduti vescovi, preti, religiosi e religiose, laici, giovani e anziani, uomini e donne: cristiani diversi tra loro, appartenenti anche a varie Chiese cristiane e comunit� ecclesiali. In loro risplende il Vangelo delle beatitudini. Per loro la felicit�, la vera beatitudine, va cercata in questo Vangelo, al cui servizio si erano posti o che non avevano voluto abbandonare anche in situazioni difficili, minacciose, in cui si vedeva all�orizzonte la minaccia della morte. 

Nella via delle beatitudini noi possiamo leggere brani della loro storia a volte a noi sconosciuta. Ma forse abbiamo cominciato a conoscere la parte pi� importante di questa storia: quella in cui � emersa la forza dell�amore di Dio, che aiuta ad amare ed a credere anche nelle difficolt� e persino di fronte al pericolo. �Chi vorr� salvare la propria vita, la perder�, ma chi perder� la propria vita per causa mia, la trover�� -disse Ges� parlando a discepoli impauriti di fronte alla sofferenza del Maestro (Mt 16,25). 

Ricordo a questo proposito le parole di Giovanni Paolo II il 7 maggio al Colosseo: �Si tratta di una verit� che spesso il mondo contemporaneo rifiuta e disprezza, facendo dell�amore per se stessi il criterio supremo dell�esistenza. Ma i testimoni della fede�non hanno considerato il proprio tornaconto, il proprio benessere, la propria sopravvivenza come valori pi� grandi della fedelt� al Vangelo. Pur nella loro debolezza, essi hanno opposto strenua resistenza al male. Nella loro fragilit� � rifulsa la forza debole della fede e della grazia del Signore.� 

Spesso in questo mondo ci si affanna dietro se stessi, ci si preoccupa di non perdere quanto si � accumulato, si vive nella paura che ci venga tolto quello che possediamo e, magari senza accorgersi, si diventa egoisti e cattivi. � l�affanno del ricco, che pensa ad allargare i suoi granai per deporvi i suoi beni. Ma il Signore ci ammonisce: �Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; n� per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale pi� del cibo e il corpo pi� del vestito�. Non cercate perci� cosa mangerete e berrete, e non state con l�animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.� (Lc 12, 22,23.29-31)

Fratelli e sorelle, 
non affanniamoci per paura dietro noi stessi. Lasciamo che il Vangelo delle beatitudini entri nel nostro cuore e lo faccia rinascere a sentimenti nuovi. Non siamo soli: sono con noi tanti testimoni della fede che hanno creduto nel Signore sino all�effusione del sangue.

In un secolo lacerato dalle guerre e dalle persecuzioni, i numerosi testimoni della fede hanno lasciato una traccia profonda di fede e di umanit�, perch� non hanno voluto salvare la loro vita, ma hanno cercato il regno di Dio. 

Non disperdiamo questa preziosa eredit�! Oggi siamo qui per raccoglierla; e la si raccoglie nella vita di ogni giorno vivendo lo spirito delle beatitudini.

La raccolgono tutti i cristiani. Siamo certi che l�eredit� dei testimoni della fede fa crescere l�unit� dei cristiani. Ha detto ancora il Santo Padre al Colosseo: �L�eredit� preziosa che questi testimoni coraggiosi ci hanno tramandato � un patrimonio comune di tutte le Chiese e di tutte le Comunit� ecclesiali. � un�eredit� che parla con una voce pi� alta dei fattori di divisione. L�ecumenismo dei martiri e dei testimoni della fede � il pi� convincente; esso indica la via dell�unit� ai cristiani del ventunesimo secolo. � l�eredit� della Croce vissuta alla luce della Pasqua�� 

Questa sera, in questa bella e antica basilica, di nuovo, raccogliamo questa preziosa eredit� per noi stessi, per l�intera Chiesa e per il mondo. Preghiamo perch� il Vangelo della mitezza, della misericordia, del perdono vinca il male, la violenza, le guerre che lacerano ancora il nostro mondo. Siamo qui in tanti. Il Signore ci renda forti del suo amore, che si � manifestato nella debolezza di tanti nuovi martiri. 

Nella preghiera di questa sera sentiamo nascere in noi una forza debole, che vince il male con il bene. Il Signore ci manda come missionari del Padre perch� il mondo conosca il Vangelo delle beatitudini, Vangelo di amore in un mondo diviso. Siamo ben consapevoli della debolezza della nostra umanit�, ma confidiamo in Lui, che non ci lascia mancare il suo amore, perch� anche noi possiamo diventare testimoni del regno di Dio. 

Seguiamo allora il Signore nel suo cammino verso la Croce perch�, pur di fronte al dolore e alle tante sofferenze del mondo, possiamo annunciare la buona notizia della vita e della resurrezione. E� il Vangelo delle beatitudini, quello che tanti testimoni della fede hanno vissuto sino all�effusione del loro sangue.