Comunità di S.Egidio

Pasqua 2002
Via Crucis


VI stazione
L'impotenza di un uomo civile

Ges� intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrog� dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?". Ges� rispose "Tu lo dici". E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: "Non senti quante cose attestano contro di te?". Ma Ges� non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.

Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: "Chi volete che vi rilasci: Barabba o Ges� chiamato il Cristo?". Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mand� a dire: "Non avere a che fare con quel giusto; perch� oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua". Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Ges�. Allora il governatore domand�: "Chi dei due volete che vi rilasci?". Quelli risposero: "Barabba!". Disse loro Pilato: "Che far� dunque di Ges� chiamato il Cristo?". Tutti gli risposero: "Sia crocifisso!". Ed egli aggiunse: "Ma che male ha fatto?". Essi allora urlarono: "Sia crocifisso!".

Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre pi�, presa dell'acqua, si lav� le mani davanti alla folla: "Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!". E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli". Allora rilasci� loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Ges�, lo consegn� ai soldati perch� fosse crocifisso.
(Matteo 27,11-26)


Duccio di Buoninsegna
Davanti a Pilato


Dopo la ferocia della folla e l�astuzia degli uomini di religione, si incontra Pilato. E� un romano, estraneo agli odi e alle passioni di quella gente. Ha alle spalle una tradizione di giustizia, che fa presumere una certa imparzialit�. Pilato rappresenta la civilt� della Roma imperiale. Infatti fa un processo in piena regola, chiedendo a Ges� di rispondere. E poi ha un�altra possibilit�, la grazia, che di solito concedeva per la Pasqua. Non era un fanatico. Era un uomo civile e sapeva che glielo avevano consegnato per invidia: cercava perci� un modo per mandarlo via libero. Forse, tra giustizia e grazia, avrebbe potuto ottenere il rilascio di Ges�. �Non avere nulla a che fare con quel giusto perch� fui molto turbata in sogno per causa sua� - gli aveva mandato a dire sua moglie. Era forse una donna sensibile ed aveva intuito qualcosa, durante la notte in cui Ges� fu arrestato. Tutto sembrava poter favorire Ges� in quel mondo civile dei romani. Chi aveva pi� ragione, quella notte, era proprio quella donna, forse troppo impressionabile, ma che credeva ai sogni. A dire il vero, non c�era tanto bisogno di sogni e presentimenti. Era sufficiente il diritto e un senso minimo di umanit�: bastava guardare in faccia quell�uomo, vedere il suo volto, guardarlo negli occhi, ascoltarlo parlare, giudicare serenamente le sue azioni, per rendergli giustizia.

E� odioso mettere a morte un assassino, ma quanto pi� Ges� che assassino non �. Che male ha fatto? C�� un momento in cui rendere giustizia vuoi dire compromettersi. Ci sono due parti, quella degli intelligenti, dei raffinati e quella degli istintivi, pi� rozzi: Pilato e la folla. Chi non segue i propri sentimenti di umanit�, per non compromettersi e quelli che vanno appresso all�isteria collettiva, all�ultimo grido. Per entrambi la giustizia � un lusso troppo costoso personalmente.

Ges� risponde all�interrogativo di Pilato che gli chiede se sia il re dei Giudei: �Tu lo dici� - come aveva risposto a Caifa. Non neg�, ma confess� il suo Vangelo. Non risponde invece ai sommi sacerdoti e agli anziani. Il suo silenzio era una risposta non violenta alla violenza delle domande. Pilato era meravigliato di questo atteggiamento di Ges�. C�era poi l�opportunit� della grazia da concedere per la Pasqua e allora disse: �Chi volete che vi rilasci, Barabba o Ges� chiamato il Cristo?�. Lo chiedeva alla folla per uscire dalla morsa della congiura di quegli uomini di religione. Ma quelli risposero: �Barabba� �Ma che ne far� allora di Ges� chiamato il Cristo?� - chiese. �Crocifiggilo!�. E Pilato: �Ma che male ha fatto?�.

L�astuzia di quei pochi aveva reso fanatica la folla. Cos� l�imparzialit� civile, benevola, di Pilato era finita nel niente, completamente travolta. Ed allora, alla fine, davanti alla folla, al tumulto, si lasci� andare ad un gesto quasi isterico: prese dell�acqua e si lav� le mani. Disse: �Non sono responsabile di questo sangue, vedetevela voi�. Eppure avrebbe potuto mandare libero Ges�. Falliva la giustizia, falliva la civilt�, come tante altre volte. E Pilato diventava responsabile di quel sangue. Non basta essere civili, onesti, giusti, perch� l�onest� e la giustizia debbono compromettersi con l�uomo sofferente: la giustizia deve diventare passione per l�uomo, altrimenti rischia la complicit�. Lo vediamo nella storia di Pilato. Non basta alla fine lavarsi le mani signorilmente, occorre sporcarsi le mani, come Ges� aveva fatto con uomini e donne, sani, lebbrosi e malati.

Qui la civilt� di Pilato � vinta. Vince la folla, impazzita e fanatica. Quella folla fa pena agli occhi di Ges�: prima lo aveva esaltato ed ora lo condanna. Quella folla crede di vincere, ma perde, perch� non si � accorta di chi ha di fronte, di colui che l�ha amata tanto fino alla fine: �Gerusalemme, Gerusalemme - aveva detto - quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto�.

Ora la folla � tutta presa dall�odio per quel povero uomo, dall�orgoglio collettivo, dove ciascuno si dimentica di s� e si esalta nell�isterismo della massa. Nelle manifestazioni di massa, ciascuno si dimentica della sua debolezza e del suo peccato. Ci si sente folla, ci si esalta: sono le ore del nazionalismo, del fanatismo, del razzismo. Le ore in cui si calpesta il debole e il solo. Chi � ad urlare? Nessuno e tutti. Gente che non conta niente riesce ad ottenere la morte di Ges�. Non si pu� dire chi abbia urlato di pi�, chi di meno. Sono tutti nascosti nella folla. Ma se non si esce dalla folla e non si va dietro a Ges�, guardandolo in faccia, commuovendosi per lui che soffre, si resta complici. Quando ci si nasconde nell�anonimato della folla, magari sentendosi piccoli, si finisce per essere complici. E nessuno conoscer� il nome del complice: � nascosto tra la folla.

C�� e resta, inquietante, la preferenza della folla per Barabba. Perch� viene scelto Barabba e non Ges�? Che fascino ha? Dice il Vangelo che si tratta di un uomo di spada, un assassino. Forse � un patriota, ma di certo � un forte: incarna una lotta violenta. Un gruppo di persone piccole � affascinata pi� da quella forza ostentata fino all�omicidio che dalla debolezza di Ges�. E� un profeta indifeso, che non prende la spada, convinto che la parola cambi pi� della spada. E� un profeta che non piace e non fa niente per piacere. La parola di Ges� a volte tocca il cuore di uomini e donne che ascoltano, piangono, altre volte si irritano.

Eppure, anche nei nostri tempi, uomini grandi sono stati profeti indifesi: piuttosto che usare la spada si sono fatti rubare la vita dalla spada degli altri. Tanti, come il vescovo Romero di San Salvador, fratel Carlo di Ges� ucciso nel deserto algerino dai banditi Tuareg, Gandhi, insopportabile per il fanatismo religioso e nazionalista.

Da una parte c�� la civilt� di Pilato, dall�altra il fanatismo della folla. E Ges� � condannato a morte. C�� una congiura: la responsabilit� � di tutti. Ciascuno pu� pensare che sia colpa dell�altro. Di chi infatti � la colpa? Di un politico romano onesto ma debole? Di una folla fanatica? Di religiosi accecati dall�odio? Di discepoli paurosi? Le complicit� sono chiare, ma, al di l� e dentro tutto questo, c�� la forza del male che vuole la morte e il silenzio eterno di Ges�. E ciascuno pu� aiutare questa forza del male col proprio contributo, mentre se ne sente fuori. Per liberarsi da questa complicit� non basta essere onesti come Pilato, obbedienti come la folla, giustificati dalla legge come il sinedrio: bisogna scegliere la passione dell�uomo che soffre, sporcarsi le mani con il Signore Ges�, rischiare l�odio della folla, rischiare l�impopolarit�.

L�ora della scelta per Ges� ci fa misurare con la complicit� con il male: in maniera civile o incivile, volgare o elegante, infatti, sempre si pu� restare complici del male. E Ges� muore.


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