Comunità di Sant'Egidio

Pasqua 2003
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Pasqua 2003

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Lettura del Vangelo

Dal vangelo di Marco 14,1-15,47

Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. Dicevano infatti: "Non durante la festa, perch� non succeda un tumulto di popolo".

Ges� si trovava a Bet�nia nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e vers� l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: "Perch� tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a pi� di trecento denari e darli ai poveri!". Ed erano infuriati contro di lei.

Allora Ges� disse: "Lasciatela stare; perch� le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ci� ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verit� vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sar� annunziato il vangelo, si racconter� pure in suo ricordo ci� che ella ha fatto".

Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si rec� dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Ges�. Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: "Dove vuoi che andiamo a preparare perch� tu possa mangiare la Pasqua?". Allora mand� due dei suoi discepoli dicendo loro: "Andate in citt� e vi verr� incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo e l� dove entrer� dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'� la mia stanza, perch� io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrer� al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; l� preparate per noi". I discepoli andarono e, entrati in citt�, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.

Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Ges� disse: "In verit� vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradir�". Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: "Sono forse io?". Ed egli disse loro: "Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo � tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!".

Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezz� e lo diede loro, dicendo: "Prendete, questo � il mio corpo". Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: "Questo � il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verit� vi dico che io non berr� pi� del frutto della vite fino al giorno in cui lo berr� nuovo nel regno di Dio".

E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Ges� disse loro: "Tutti rimarrete scandalizzati, poich� sta scritto:

Percuoter� il pastore e le pecore saranno disperse.

Ma, dopo la mia risurrezione, vi preceder� in Galilea". Allora Pietro gli disse: "Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sar�". Ges� gli disse: "In verit� ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte". Ma egli, con grande insistenza, diceva: "Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegher�". Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

Giunsero intanto a un podere chiamato Gets�mani, ed egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego". Prese con s� Pietro, Giacomo e Giovanni e cominci� a sentire paura e angoscia. Ges� disse loro: "La mia anima � triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". Poi, andato un p� innanzi, si gett� a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: "Abb�, Padre! Tutto � possibile a te, allontana da me questo calice! Per� non ci� che io voglio, ma ci� che vuoi tu". Tornato indietro, li trov� addormentati e disse a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito � pronto, ma la carne � debole". Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. Ritornato li trov� addormentati, perch� i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.

Venne la terza volta e disse loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, � venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce � vicino".

E subito, mentre ancora parlava, arriv� Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: "Quello che bacer�, � lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta". Allora gli si accost� dicendo: "Rabb�" e lo baci�. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colp� il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Ges� disse loro: "Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!".

Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. Un giovanetto per� lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fugg� via nudo.

Allora condussero Ges� dal sommo sacerdote, e l� si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Ges� per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e cos� le loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: "Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distrugger� questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificher� un altro non fatto da mani d'uomo". Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrog� Ges� dicendo: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrog� dicendogli: "Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?". Ges� rispose: "Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo
seduto alla destra della Potenza
e venire con le nubi del cielo".

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". Tutti sentenziarono che era reo di morte.

Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: "Indovina". I servi intanto lo percuotevano.

Mentre Pietro era gi� nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fiss� e gli disse: "Anche tu eri con il Nazareno, con Ges�". Ma egli neg�: "Non so e non capisco quello che vuoi dire". Usc� quindi fuori del cortile e il gallo cant�. E la serva, vedendolo, ricominci� a dire ai presenti: "Costui � di quelli". Ma egli neg� di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: "Tu sei certo di quelli, perch� sei Galileo". Ma egli cominci� a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo che voi dite". Per la seconda volta un gallo cant�. Allora Pietro si ricord� di quella parola che Ges� gli aveva detto: "Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte". E scoppi� in pianto.

Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Ges�, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. Allora Pilato prese a interrogarlo: "Sei tu il re dei Giudei?". Ed egli rispose: "Tu lo dici". I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. Pilato lo interrog� di nuovo: "Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!". Ma Ges� non rispose pi� nulla, sicch� Pilato ne rest� meravigliato.

Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. La folla, accorsa, cominci� a chiedere ci� che sempre egli le concedeva. Allora Pilato rispose loro: "Volete che vi rilasci il re dei Giudei?". Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perch� egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replic�: "Che far� dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?". Ed essi di nuovo gridarono: "Crocifiggilo!". Ma Pilato diceva loro: "Che male ha fatto?". Allora essi gridarono pi� forte: "Crocifiggilo!". E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasci� loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Ges�, lo consegn� perch� fosse crocifisso.

Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cio� nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. Cominciarono poi a salutarlo: "Salve, re dei Giudei!". E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Ges� al luogo del G�lgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. .

I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: "Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!". Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: "Ha salvato altri, non pu� salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perch� vediamo e crediamo". E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Ges� grid� con voce forte: Elo�, Elo�, lem� sabact�ni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perch� mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ci�, dicevano: "Ecco, chiama Elia!". Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce". Ma Ges�, dando un forte grido, spir�.

Il velo del tempio si squarci� in due, dall'alto in basso.

Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!".

C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di M�gdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Sopraggiunta ormai la sera, poich� era la Parasc�ve, cio� la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimat�a, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, and� coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Ges�. Pilato si meravigli� che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrog� se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo cal� gi� dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di M�gdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto.