|
Europa e Africa insieme per cancellare la pena di morte. E'
questo il tema centrale dell'importante colloquio svoltosi
questa mattina all'Auditorium di Roma, tra ministri e
rappresentanti dei governi di numerosi paesi africani, e
figure istituzionali e della cultura europea, riuniti a Roma
dalla Comunit� di Sant'Egidio, per il Colloquio
"Africa for Life".
Si � trattato del primo atto di una importante "tre
giorni" organizzata dalla Comunit� di Sant'Egidio
nell'ambito della campagna "NO alla Pena di
Morte", che si concluder� il 30 novembre con la
celebrazione della Giornata delle Citt� per la Vita a
cui partecipano centinaia di citt� del mondo.
E' poco noto al grande pubblico, ma dall'Africa arriva oggi
"un importante segnale di civilt� e di difesa della
vita", come ha affermato in apertura il rappresentante
della Commissione Europea, Alfonso Mattera. Con 12 paesi
abolizionisti de jure e 18 de facto, infatti, l'Africa si
colloca in prima fila nell'affermazione di un diritto
umano fondamentale, quale � quello ad un ordinamento
giuridico che non preveda la pena capitale.
Ne ha dato prova il ministro della giustizia del nuovo
governo liberiano, Kabineh Janeh,. La Liberia nel mese di
settembre ha annunciato la volont� di abolire la pena di
morte. Il ministro ha quindi rivolto un appello alla Comunit�
di Sant'Egidio e alla Unione Europea perch� aiutino il paese
nel delicato momento di riscrittura della carta costituzionale
del paese a partire dall'abolizione della pena capitale:
"La Liberia ha fatto la storia perch� � stato il
primo stato africano a diventare indipendente nel 1847, e oggi
di nuovo perch� � la prima nazione del continente con un
presidente donna. Aiutateci a fare nuovamente la storia
operando una riforma costituzionale che introduca il naturale
rispetto della vita come valore essenziale e a rendere
definitivamente la pena di morte uno strumento del
passato"
Un appello che il ministro ha rivolto alla Comunit�,
consapevole della lunga storia di amicizia tra Sant'Egidio e
l'Africa, ripercorsa nelle sue linee essenziali da Mario
Giro. Esiste infatti una "Sant'Egidio africana",
presente in pi� di 25 paesi,con comunit� composte di donne e
uomini d'Africa, che porta nel cuore di tutta la Comunit� le
speranze e le attese di tutto il continente. "Le migliaia
di membri di Sant'Egidio in Africa operano come volontari in
vari settori umanitari, aiutando i pi� poveri e gli esclusi:
nelle carceri, tra i condannati a morte, negli slums e nelle
bidonville... Chi possiede l'energia che viene dall'amicizia e
dalla solidariet� - ha concluso Mario Giro - pu� aiutare gli
altri e, come diciamo a Sant'Egidio, non si � mai tanto
poveri da non poter aiutare qualcuno pi� povero di s�".
Alla presenza solidale di Sant'Egidio in Africa si �
richiamato anche il ministro della giustizia del Malawi,
Henry Phoya, che ha affermato di contare sul sostegno
della Comunit�, impegnata in Malawi nella lotta all'AIDS, con
il programma DREAM e nella lotta alla malnutrizione
infantile, perch� "la pena di morte possa essere
cancellata dall'ordinamento del Malawi durante il mio mandato
come ministro della Giustizia". Un augurio che suona
anche come un impegno personale, sottolineato con un caldo
applauso dall'affollata platea.
Dall'Africa si aggiunge anche la voce di N.A. Assogba, rappresentante
del governo del Benin, paese abolizionista de facto
(l'ultima condanna eseguita risale al 1987)e la voce, in video
del premio Nobel per la Pace Desmond Tutu.
Dal cardinale Achille Silvestrini giunge una
"voce cristiana" che fonda nelle prime parole della
Bibbia le radici dell'inaccettabilit� della condanna a morte.
Il cardinale, inoltre, richiama l'impegno personale di papa
Giovanni Paolo II contro la pena di morte e i suoi ripetuti
appelli in tal senso. Parole di incoraggiamento e di impegno
sono giunte anche dal rappresentante del governo italiano, l'on.le
Michelini, che ha auspicato che, grazie anche all'impegno
di Sant'Egidio per rendere noti questi passi avanti, si
instauri un "meccanismo virtuoso" di collaborazione
tra Europa e Africa. mentre il vice presidente del Consiglio
superiore della magistratura , l'on.le Virginio Rognoni d�
conto della tendenza positiva che si � andata affermando nel
mondo contro la pena di morte. Nel 1900, dice, solo tre stati
nel mondo l'avevano abolita. E alla fine della seconda guerra
mondiale, erano ancora solamente 8. Trenta anni dopo, nel 1978
erano 19, mentre oggi i paesi abolizionisti sono 85.
Con intensa commozione giungono infine le parole di Vera
Chirwa, una donna coraggiosa, che ha combattuto per
l'affermazione dei diritti umani nel suo paese, il Malawi.
Condannata a morte, insieme al marito, ha trascorso dodici
anni in prigione in attesa dell'esecuzione. "Ogni volta
che si apriva la porta, poteva essere per portarmi il cibo o
per uccidermi". Oggi � commissaria per i diritti umani
dell'Unione Africana. "Ho una richiesta da farvi:
convincete tutti coloro che vogliono mantenere la pena di
morte, quelli che pensano che sia utile. La pena di morte non � una
favola, non � una cosa per dire, � degradante, violenta e
uccide anche prima dell'esecuzione. Io ho vissuto tutto
questo!".
Al termine del Colloquio, il Presidente della Repubblica
Carlo Azeglio ha ricevuto al Quirinale i partecipanti e gli
organizzatori del convegno.
Le
parole del Presidente Ciampi
(www.quirinale.it)
Il saluto di Andrea Riccardi
|
|