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08/06/2001
"Le religioni per la coabitazione in Bosnia Herzegovina".
Alcuni rappresentanti religiosi della Bosnia Erzegovina si sono incontrati presso la Comunit� di Sant'Egidio per affrontare i temi della coabitazione e della collaborazione tra credenti.
Al termine dell'incontro � stato sottoscritta una dichiarazione comune.
Noi, i rappresentanti delle quattro fedi della Bosnia Erzegovina, Musulmani, Ortodossi, Cattolici ed Ebrei, nello spirito delle precedenti dichiarazioni del Consiglio Interreligioso della Bosnia Erzegovina, desideriamo esprimere la nostra gratitudine alla Comunit� di Sant'Egidio per avere organizzato e promosso questo incontro e dichiariamo: Noi elogiamo i grandi sforzi della comunit� internazionale per la ricostruzione della Bosnia Erzegovina. Noi crediamo che tale importante compito vada affiancato da un altrettanto rilevante sforzo per favorire la ricostruzione umana, morale e culturale del paese e di tutti i suoi abitanti. La Bosnia � una tessera centrale nel mosaico europeo, e rappresenta un banco di prova decisivo della societ� europea del futuro, che sar� necessariamente pluralista e multiculturale. Riuniti a Sant'Egidio come credenti, siamo convinti che le religioni possano aiutare in Bosnia Erzegovina la ricostruzione umana. Le religioni sono nel cuore dell�identit� dei popoli della Bosnia Erzegovina. Il messaggio delle religioni � un messaggio di pace e di pacifica convivenza tra i popoli Le religioni non sono strumento di guerra ma di pace. Per questo possono contribuire a trasformare l�uomo dal di dentro, attraverso la formazione di una cultura di pace. Noi amiamo la pace cos� come amiamo la nostra Patria e i nostri Popoli. Il dialogo, la collaborazione, la coabitazione tra credenti di diverse fedi, non scaturiscono dalla soppressione delle differenze identitarie ma, al contrario, vengono dall�approfondimento delle singole tradizioni religiose perch� siamo tutti creature dell'unico Dio. Per questo, riuniti a Roma, sentiamo l'esigenza di iniziative comuni, in nome della fondamentale concordia dei credenti nell�unico Dio, al fine di avvicinare i nostri popoli e rafforzare la coabitazione in Bosnia Erzegovina. In questo senso ci sembra importante mettere l'accento sulle giovani generazioni e sulle capacit� che devono essere loro fornite di accedere all'istruzione e all'educazione alla pace. Allo stesso modo non possiamo non sottolineare la sofferente situazione dei profughi non ancora reinseriti nei loro ambienti di origine. Per queste ragioni e per aiutare la ricostruzione umana e morale della Bosnia Erzegovina, lanciamo un appello ai paesi pi� industrializzati del mondo, che tra pochi giorni si ritroveranno qui in Italia a Genova nella riunione del G8, perch� assumano impegni consistenti e concreti in favore della ricostruzione dei luoghi religiosi e delle strutture dipendenti dalle varie comunit� religiose della Bosnia Erzegovina, attualmente ancora distrutti o danneggiati a causa della guerra. Chiediamo quindi che sia approntato un piano di ricostruzione e ristrutturazione degli edifici religiosi, come chiese, moschee e sinagoghe, ma anche monasteri, oratori, cimiteri, seminari e luoghi di educazione dipendenti dalle strutture religiose, per metterci in condizione di compiere il ruolo di educazione alla pace e alla fede. Ringraziamo infine la Comunit� di Sant'Egidio che, fedele al suo servizio in favore della pace e del dialogo interreligioso, si � impegnata e continua a impegnarsi in Bosnia Erzegovina e nei Balcani per il riavvicinamento dei popoli e la concordia tra le comunit� religiose, e che ha facilitato la realizzazione del presente incontro. Roma, 8 giugno 2001
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