Comunità di S.Egidio


17/11/2001
Medellin (Colombia)
La liberazione di Gaetano Izzia, l�italiano rapito in Colombia. 
Intervista a Riccardo Cannelli
Una settimana dopo la liberazione di Gaetano Izzia, l�operaio siciliano rapito da un gruppo armato colombiano, Riccardo Cannelli � di nuovo in Colombia per chiedere il rilascio degli altri tre italiani ancora tenuti in ostaggio. Un�intervista di Stefano Picciaredda.

 

 

Chiediamo a Riccardo Cannelli di raccontarci i particolari della trattativa e della liberazione di Izzia.
I familiari di Gaetano Izzia si sono rivolti alla Comunit� di Sant'Egidio alcuni mesi dopo il rapimento. Erano disperati: non avevano alcuna informazione, e sostenevano che gli interlocutori istituzionali cui si erano rivolti non avevano fatto alcun passo per ottenerle. Ci siamo interessati, e abbiamo individuato i responsabili del rapimento: si trattava dell�Esercito di Liberazione Nazionale (ELN). Da anni abbiamo stabilito dei contatti, tramite lo stato colombiano, con i rappresentanti politici delle diverse fazioni, al fine di individuare il percorso per una trattativa di pace. Questi contatti ci hanno confermato che Izzia era in possesso dell�ELN. 
Abbiamo avvisato subito la famiglia; era la prima notizia vera a dieci mesi dalla sparizione. Nel frattempo, infatti, i familiari erano stati contattati da sciacalli: gruppi e individui che chiedevano un riscatto dichiarando di detenere Gaetano. Ma tutte quelle richieste si sono rivelate false. 
� iniziata un�opera di persuasione e pressione sul braccio politico dell�ELN, durata circa tre mesi. Abbiamo insistito per una liberazione senza condizioni, per motivi esclusivamente umanitari, adducendo anche il motivo che avrebbe rappresentato un successo per il gruppo, migliorandone l�immagine internazionale. 

E� stata un�insistenza che ha dato frutti...
A fine ottobre ci comunicano l�intenzione di liberare uno dei tre operai della �Carle e Montanari�. Sono partito subito. I dieci giorni precedenti la consegna sono stati convulsi. Si trattava di coordinare l�intervento del governo, quello del Comitato Internazionale della Croce Rossa che si sarebbe occupato di prelevare l�ostaggio, e i comandanti �sul campo�. La difficolt� stava nell�inaccessibilit� del territorio � la cordigliera andina di Medell�n � e soprattutto nella reciproca diffidenza tra le forze in guerra. 
Il 10 novembre � arrivata la telefonata: la liberazione sarebbe avvenuta il giorno stesso. Alle 18.30 locali Gaetano � salito sulla Jeep della Croce Rossa, nel luogo dell�appuntamento. Due ore dopo l�ho incontrato all�aeroporto di Medell�n: stava bene, era frastornato, ma felice. La sua prima richiesta? Avvisare la famiglia del fatto che stava bene, era libero.
Abbiamo raggiunto Bogot� con un aereo privato. Dopo una notte in ospedale, per accertamenti, il giorno dopo siamo partiti per Roma. 
In 15 ore di viaggio non abbiamo mai smesso di parlare: Gaetano mi ha raccontato la lunghissima prigionia, ed ha voluto conoscere ogni particolare dei tre mesi di trattative fino alla liberazione.

Come � stato possibile ottenere la liberazione senza condizioni?
La Comunit� di Sant'Egidio era gi� in contatto con i diversi gruppi che si fronteggiano in Colombia, nel quadro del processo di pace tra governo e formazioni armate. La guerra in Colombia produce 30.000 vittime l�anno. Si intrecciano violenze di varia natura, tra forze governative e quelle di opposizione, il narcotraffico, la criminalit�, ciascuno con il proprio esercito �privato�. Vittima � la popolazione: si � toccato recentemente il tetto di due milioni di rifugiati interni, in fuga dalle zone di combattimento.
La chiave della liberazione di Gaetano Izzia sta nella fiducia verso la Comunit�, che non ha � e questo � chiaro a tutti � altro interesse che la pace. Questo ci rende credibili. 
I due eserciti di guerriglia � FARC e ELN � sono venuti a Roma, in tempi diversi, scoprendo nella Comunit� di Sant'Egidio un interlocutore amante del paese e della pace. 
Inoltre, un anno fa i mediatori del governo colombiano, che ha tra le priorit� il ristabilimento della pace, purtroppo ancora lontana, sono venuti a Sant�Egidio per una sessione di incontri, per �apprendere l�arte della pace�. Una sorta di seminario su varie situazioni di conflitto del mondo e sul metodo di pace della Comunit� di Sant'Egidio.

Perch� vengono rapiti gli stranieri? C�� speranza per i tre italiani ancora ostaggio della guerriglia?
- La motivazione dei circa 3000 sequestri che si verificano ogni anno in Colombia � essenzialmente economica: finanziare la guerriglia. Il riscatto chiesto per gli stranieri impiegati in aziende multinazionali � circa 5 volte superiore a quello richiesto per un colombiano. Rimangono in ostaggio gli altri due operai italiani rapiti con Gaetano, ed un terzo, impiegato dell�Ansaldo, rapito pochi giorni fa. Ma abbiamo fiducia: speriamo di giungere presto alla loro liberazione. 
- Con gli interlocutori, che sono i capi politici del movimento, noi non entriamo nel merito delle questioni politiche o economiche, ma puntiamo sull�aspetto umanitario. E io sono qui per continuare a fare pressioni affinch� anche gli altri siano liberati quanto prima. Non ci siamo dimenticati di loro. E non ce ne dimenticheremo. Io ho fiducia che troveremo una strada e presto anche gli altri rapiti potranno tornare a casa. Sono tornato qui in Colombia per questo. E spero proprio di non tornare in Italia da solo.

 


Rassegna  stampa

 

Operaio italiano liberato in Colombia

La Stampa
12/11/2001

 

Colombia, libero solo un ostaggio

La Nazione
12/11/2001


Approfondimenti
La Comunit�
e la Pace