ROMA. Un traguardo e una sfida. La longevità è un successo dell'umanità, dovuto al miglioramento delle abitudini alimentari e ai passi avanti della medicina. Tuttavia senza la garanzia di un reddito adeguato nella terza età, l'accesso a cure sanitarie di qualità, senza un ambiente domestico e comunitario favorevole, la lunga vita rischia di non essere più un dono, ma un problema. Salute, opportunità di lavoro, sistemi pensionistici e protezione legale, sono dunque gli ambiti su cui vanno concentrati gli sforzi e investite risorse. Il fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) e Help Age International provano a tracciare la via del cambiamento culturale nel rapporto sull'invecchiamento nel ventunesimo secolo.
Il quadro di partenza è chiaro: il fenomeno è già qui ed ora. Nel 2000 gli anziani nel globo, difatti, hanno superato i minori di cinque anni e tra quarant'anni saranno anche maggiori dei quindicenni. Il mondo degli anziani è in movimento e desidera contare, «domanda dignità e rispetto» dice Giuseppe Liotta della Comunità di Sant'Egidio durante la presentazione del rapporto, una domanda che però si scontra «con la realtà non a loro misura» né per maturità culturale né per servizi specifici. La novità è considerare la longevità come un'opportunità «nuova e da scoprire - continuala solidarietà, tra le generazioni e tra pari, è la leva per trasformare la società».
Gli over 65 innanzitutto non sono un costo, ma una risorsa. Lo dimostra il fatto che «il 47% degli uomini e il 24% delle donne continua a lavorare fino a tarda età, il 90% nei territori in via di sviluppo - esordisce Silvia Stefanoni, vicepresidente di Help Age - comunque solo uno su cinque riesce ad accedere alla pensione minima». Così la metà degli ultrasessantenni è preoccupato per la propria situazione economica, il 53% ha difficoltà a far fronte ai servizi di base, un terzo non può accedere alle cure e si sente emarginato e il 43% teme di subire violenze fisiche. Le problematiche sono le stesse nei 36 Paesi presi in esame, per questo sono maturi i tempi, secondo la Stefanoni, per «promuovere una convenzione internazionale per i diritti dell'anziano ». La questione perciò è globale, «non più ignorabile» le fa eco forno Kwame Sudaram della Fao, e sarà «la maggiore sfida economica e culturale per gli individui e le società».