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Trentino

Június 27 2013

Ai terremotati una chiesa anche roveretana

A Rovereto sul Secchia la struttura è stata realizzata grazie al contributo di parrocchie e di volontari

 
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Era il maggio dello scorso anno quando, durante la scossa di terremoto dell`Emilia, crollò la chiesa di Rovereto sulla Secchia.
Sotto le macerie morì il parroco, don Ivan Martini. Oggi, a tempo record, la cittadina in provincia di Modena ha una nuova chiesa, da usare in attesa del restauro di quella crollata. E questo grazie alla solidarietà trentina, al progetto di uno studio roveretano e ai materiali di una ditta di Trambileno. La collaborazione e il progetto sono nati per caso e la storia racconta che non serve il sostegno dell`amministrazione pubblica se ci si crede veramente. Pochi giorni dopo il sisma, il parroco di Cognola, don Romano Casez, ricevendo la richiesta di alcuni parrocchiani originari di Rovereto sulla Secchia di iniziare la ricostruzione, ha contattato lo studio Siteco di Rovereto e l`architetto Pierfrancesco Baravelli pensando a una copertura provvisoria per la chiesa di S. Caterina d`Alessandria, resa inagibile dal sisma. I progettisti sono andati nel comune, frazione di Novi Modenese, che prima del sisma contava 4000 abitanti e che ora ne ha 2500. La chiesa preesistente era troppo danneggiata per poter essere ricostruita così si è deciso di realizzarne una nuova, provvisoria, immediatamente dietro quella crollata.
«In tre mesi abbiamo realizzato una chiesa semplice, minimale, che trasmette rigore ed essenzialità. - spiega l`architetto Baravelli - Questo non per un`idea dei progettisti ma proprio perché il budget era ridotto. La struttura è realizzata in legno dalla Artholz di Trambileno. L`esterno è intonacato anche per mascherare il cappotto, che col fotovoltaico e la pompa di calore rende la chiesa autosufficiente dal punto di vista energetico. L`interno è in legno, quindi anche sicuro al sisma, lasciato in vista perché sia una struttura "sincera". Ha 150 posti e icone recuperate dall`altra chiesa» Il budget usato è veramente contenuto: la struttura è stata completata con 250 mila euro. «Metà arrivano da un lascito del povero don Ivan, il resto viene dalle offerte raccolte dalla parrocchia di Cognola, dalla Sacra Famiglia di Rovereto, dalla Caritas e dalla Comunità di S.Egidio. Abbiamo riscontrato una fortissima sensibilità nella comunità locale. E` stato per noi un onore poter collaborare alla costruzione e riaccendere la speranza. - spiega l`architetto - Speranza che abbiamo reso anche con alcuni simboli. La chiesa rappresenta il cammino dell`uomo. Ha una alzata a forma di Alfa e una pianta a forma di Omega. E il bianco, che indica purezza e rinascita.» Una rinascita avvenuta a tempo di record. Domenica la chiesa l`arcivescovo di Carpi, mons. Gavina ha inaugurato la struttura per la gioia dei roveretani che hanno apprezzato questo dono dai loro omonimi cugini.

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