« Avevo sempre sognato di partecipare ad una udienza del Papa. E invece lui ha deciso di venire a trovarmi a casa!». C`è incredulità e commozione nelle parole della signora Giovanna. Come in quelle degli altri ventisette ultrasettantacinquenni, tra autosufficienti e no, che vivono a Roma nella struttura «Viva gli anziani!» della Comunità di Sant`Egidio, al Gianicolo.
Domani, infatti, alle 11, riceveranno la visita di Benedetto XVI. Si intratterrà con loro e con i volontari, e scoprirà una targa a ricordo dell`incontro. Un gesto significativo, in occasione dell`Anno europeo dell`invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni.
Giovani volontari e anziani residenti si incontrano nella struttura al civico 2 di via Nicola Fabrizi, un bell`immobile di cinque piani, circondato dal verde. In parte ospita la casa generalizia delle Suore di Sion e per il resto è diviso tra 12 mini-appartamenti in cui abitano anziani autonomi - c`è una donna che ha perso tutto nel terremoto in Abruzzo e c`è chi ha subito uno sfratto - e una casa famiglia, all`ultimo piano, per sette non autosufficienti, assistiti 24 ore su 24. «La visita del Papa ha un grande significato per noi - commenta Marco Impagliazzo, presidente della Comunità fondata da Andrea Riccardi -: è un momento di gioia ma anche una occasione in cui sottolineare che ogni generazione ha una sua funzione e vive una particolare benedizione. Gli anziani hanno la benedizione di una lunga vita, e possono metterla al servizio della preghiera edell`incontro con i giovani». Perché quella di domani sarà sì una visita a persone della terza età, ma pure ai tantiragazzi che li aiutano. Sottolinea Impagliazzo: «Quello che si vive qui è un incontro tra generazioni, la ricomposizione di una famiglia ideale in ui nessuno è escluso». Spazio simbolo di questo scambio intergenerazionale, di questo stare insieme, sono le sale comuni al piano terra. Il televisore per guardare i film insieme, le poltrone, la libreria e una
grande cucina per i pranzi domenicali.
«Ogni domenica alcuni degli anziani autosufficienti, quelli che vivono soli nei mini appartamenti - spiega Olga Madaro, volontaria di Sant`Egidio -, preparano da mangiare per tutti e pure per alcune persone sole che abitano nel quartiere e per altri che, purtroppo, sono costretti negli istituti. Periodicamente, i residenti di "Viva gli anziani!" vanno anche a trovarli. Sono i loro amici». Un pranzo «come in famiglia», sottolinea Olga, in cui sono coinvolti anche i negozianti della zona: «Spesso il fornaio ci regala il pane, o il macellaio la carne. Sono tutti molto generosi». Inaugurata nel 2009, la casa «Viva gli anziani!» è un innovativo esempio di co-housing, convivenza tra anziani in strutture familiari alternativa al ricovero: a Roma più di 300 persone di età avanzata abitano in soluzioni di questo tipo, gestite dalla Comunità. Nella palazzina del Gianicolo i volontari, in particolare, si occupano dei sette non autosufficienti della casa famiglia. «C`è una signora centenaria e anche altri hanno più di novant`anni», osserva Madaro. Uomini e donne fragili, che hanno bisogno di essere accuditi in tutto. «La mattina è il momento più impegnativo della giornata - racconta Elio Pittiglio, un altro volontario -. Li aiutiamo nell`igiene personale, nel vestirsi. Perché la socializzazione e la dignità passano anche dalla cura di sé». Nel pomeriggio ci si dedica a diverse attività, negli spazi comuni al piano terra. E si pensa anche
ai bisognosi. «Molti degli anziani aggiunge - preparano i panini che poi i giovani della Comunità portano ai senzatetto della stazione Trastevere. La visita del Papa è un riconoscimento che anche la loro vita ha valore, per la società e per la Chiesa».
IL SEGNO - Una targa per ricordare l`evento
Benedetto XVI arriverà alle 11 al civico 2 di via Nicola Fabrizi. Subito incontrerà, insieme con una delegazione della Comunità di San t`Egidio, una coppia di coniugi di Haiti sfuggiti al terremoto del gennaio 2010 e ospitati a «Viva gli anziani!». Quindi visiterà la casa famiglia per persone non autosufficienti, all`ultimo piano dello stabile e si intratterrà con gli ospiti e i volontari. Poi incontrerà ciascuno degli anziani che vivono nei 12 appartamenti. Al termine, nel cortile della struttura, il Papa rivolgerà un messaggio ai residenti e ai membri della Comunità che prestano servizio a «Viva gli anziani!». Inoltre, scoprirà e benedirà una targa a ricordo di questa visita. Per gli abitanti della zona e per gli amici di Sant`Egidio che non potranno entrare per assistere all`evento, sarà montato un maxischermo all`esterno. La visita si chiuderà dopo le 12.
La Comunità: al fianco della terza età
Salvaguardare il diritto dell`anziano a rimanere a casa. Vanno in questa direzione le iniziative della Comunità di Sant`Egidio per la terza età: dal programma «Viva gli anziani!» di contrasto all`isolamento, alla creazione di strutture - come quella che accoglierà il Papa - in cui chi non è più autosufficiente possa essere seguito a dovere ma sentirsi, comunque, a casa propria. «Il desiderio di chi è avanti con gli anni - spiega Giancarlo Penza, uno dei coordinatori dell`area anziani della Comunità- è di rimanere nel suo ambiente, nella sua casa. Negli ultimi 30 anni abbiamo lavorato in una prospettiva alternativa al ricovero: gli anziani vivono, guariscono, reagiscono meglio alla malattia e all`invalidità, se possono rimanere nelle loro case. Invece si assiste a un repentino deterioramento sia fisico che psichico quando sono costretti a ricoverarsi in istituto». In effetti, sottolineano da Sant`Egidio, «negli istituti si muore quattro volte di più che a casa: le persone difficilmente riescono a sopportare il distacco dal proprio ambiente».
Emblematica, in tal senso, la storia di Filomena, una delle prime anziane ad avvicinarsi alla Comunità. Era il 1973 e lei, foulard in testa a trattenere i lunghi capelli ormai bianchi, si aggirava per i vicoli di Trastevere fin dal primo mattino. Quando il monastero di Sant`Egidio, chiuso da qualche anno, si riaprì e riempì di giovani, Filomena si affacciò incuriosita. Trovò una calda accoglienza e prese a passare quotidianamente per un saluto. «La vitalità di Filomena era esuberante: raccontava aneddoti sul quartiere e conosceva un repertorio vastissimo di canzoni e stornelli romaneschi», ricordano alcuni volontari che l`hanno conosciuta. Poi, un pomeriggio, l`anziana non si presentò. Nella Comunità vennero a sapere che era stata chiusa in un cronicario. «Quando la raggiungemmo - dicono - ci trovammo davanti un`altra persona. Non parlava, non ci riconosceva, piangeva. Le avevano tagliato i capelli, di cui andava orgogliosa. In pochi giorni si è lasciata morire».
Perché non si ripetano più storie come quella di Filomena, i volontari di Sant`Egidio si danno molto da fare e oggi nella capitale riescono a raggiungere 18mila persone avanti con gli anni. Vanno a trovare quanti vivono soli o sono in difficoltà economica, e promuov no esperienze di coabitazione in condomini protetti e case famiglia per chi non è autosufficiente. Dal 2004, inoltre, è partito «Viva gli anziani!», il programma di assistenza per gli ultrasettantacinquenni in tre rioni del centro storico (Esquilino, Testaccio e Trastevere),
per prevenire l`isolamento, con più di 600 persone coinvolte tra portieri, vicini di casa, negozianti. Ma si pensa anche a quanti sono costretti negli istituti: i volontari fanno visita agli anziani ricoverati, portando loro un sorriso e tanta compagnia.