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Il genocidio in Ruanda

Cartina del Ruanda

Il Ruanda è uno dei più piccoli paesi dell’Africa. Si trova proprio al centro del continente nella regione dei Grandi Laghi. E’ stato una colonia del Belgio fino al 1962, anno in cui ha ottenuto l’indipendenza. Era considerato uno dei paesi più belli e tranquilli della regione tanto da essere chiamato la Svizzera dell’Africa.

In Ruanda vivono due etnie, cioè due popolazioni diverse: gli Hutu e i Tutsi.

Gli Hutu e i Tustsi hanno spesso avuto difficoltà a vivere insieme tanto che nel 1959 le tensioni tra i due gruppi costrinsero 200.000 persone a scappare nel vicino paese del Burundi.

Bambini ruandesiIl 6 aprile del 1994 il presidente del Ruanda Habyarimana, che faceva parte della popolazione degli Hutu, fu ucciso in un attentato mentre ritornava in aereo da un viaggio.

La morte del presidente scatenò un'ondata di odio, di violenza e di vendette, che purtroppo erano già diffuse nella popolazione. Bande di estremisti hutu con l'appoggio anche del governo, seminarono il terrore e la morte nel paese soprattutto nei confronti del gruppo rivale. Anche molti cittadini tutsi furono uccisi.

Il genocidio, l’uccisione sistematica, cioè, di tutte le persone di un’etnia, durò cento giorni, dal 6 aprile al luglio del 1994 e provocò la morte di quasi un milione di persone.

Bambini ruandesiI principali paesi europei e l’Onu abbandonarono quasi subito il Ruanda alla sua sorte. Temendo le vendette, un'immensa ondata di profughi fuggì in Tanzania ed in Congo, formando enormi accampamenti (circa 2 milioni di persone) vicino alla città di Goma, dove scoppiarono presto epidemie di colera.



Oggi il Ruanda è ancora un paese profondamente ferito da ciò che è accaduto dieci anni fa: molti dei profughi, che dopo anni sono rientrati in patria, hanno trovato le loro case ed i loro villaggi distrutti e i rapporti tra gli hutu e i tutsi sono ancora tesi. La guerra nel vicino Congo continua a creare problemi ai ruandesi che ancora non possono vivere nella pace.


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