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20 September 2016 08:30 | Cittadella, Sala San Giovanni

Intervento di Luigi Pasquali



Luigi Pasquali


CEO of “Telespazio”, Italy

Dalla seconda metà del secolo scorso, e per la prima volta dalla sua esistenza, l’umanità si trova ad affrontare sfide di  portata globale la cui soluzione non è  più procrastinabile, in particolare in termini di degrado ambientale e di cambiamento climatico spesso determinati dalla stessa opera dell’uomo. Seguendo l’invito della Laudato si’ del Pontefice Francesco I°, non ci possiamo sottrarre alla nostra responsabilità condivisa di abitanti della Madre Terra. 

Un richiamo forte, nella potenza del messaggio e nel senso di urgenza della chiamata alla azione e nel quale si inserisce la Conferenza mondiale sull’ambiente e i cambiamenti climatici (Cop21),  svoltasi nel dicembre 2015 a Parigi. L’evento è stata l’occasione,  grazie al confronto dei rappresentanti dei 196 Paesi presenti,  per discutere come ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e il riscaldamento globale che sta mettendo in pericolo la vita di milioni di persone soprattutto in Africa e in Asia, e la devastazione di bellezze e risorse naturali. 

In questi stessi ultimi decenni c’è un importante elemento di novità di cui tener conto, quello che per la prima volta vede l’umanità dotata di strumenti efficaci di conoscenza, controllo e guida all’azione che le possono consentire di reagire e porre rimedio all’impatto spesso devastante dell’azione antropica su ambiente, clima e territorio. La tecnologia spaziale  è a  disposizione per prevenire, monitorare e migliorare la qualità della vita del Pianeta e dei suoi abitanti, nonché per rafforzare la capacità di esplorazione dell’Universo, rispondendo così alla continua spinta dell’Umanità verso la conoscenza del Creato.

Sfide globali quali quelle del cambiamento climatico, dei flussi migratori, della crescita della popolazione mondiale e dello sfruttamento delle risorse non possono prescindere dal chiedere alla tecnologie e alle comunità di riferimento di offrire tutto il loro contributo. Le tecnologie spaziali ci hanno consentito per la prima volta di osservare la Terra da una prospettiva diversa. 

La prima storica alba della Terra venne fotografata nel 1966 dalla sonda Lunar Orbiter 1. Grande fu l’emozione degli astronauti della missione Apollo 8, i primi a circumnavigare la Luna, assistendo di persona al sorgere di una meravigliosa terra bianca e blu che spiccava nella profonda oscurità dello spazio. La stessa visione è stata immortalata nel famoso "Blue Marble", lo scatto dell'astronauta Harrison Schmitt durante la missione Apollo 17 del 1972. 

La nuova prospettiva dallo spazio, ci ha consentito di comprendere appieno la bellezza e al contempo la fragilità del nostro pianeta protetto solo da un “sottile” strato di atmosfera di pochi chilometri che rende possibile tutto ciò che è vita su di esso. Una fragilità che può essere ben osservata da una scala universale. 

La tecnologia spaziale, la capacità di osservare il pianeta dallo spazio con strumenti di diversa natura ci consente oggi di acquisire una incredibile quantità di informazioni sulle dinamiche climatiche ed ambientali, passo fondamentale per costruire modelli predittivi accurati che permettono di rispondere con azioni, mirate e misurabili, a fenomeni antropici e naturali che se non controllati portano a dinamiche non sostenibili già nel breve termine sia a livello locale che globale.

Oggi sono circa 3.000 i satelliti attivi che orbitano intorno alla Terra. Questi sofisticati strumenti di osservazione spaziale ottica e radar, campo nel quale l’Italia ha un grande patrimonio di conoscenza e di leadership riconosciuta a livello internazionale, consentono ad esempio il monitoraggio del livello degli oceani, lo studio  delle dinamiche dei ghiacci polari, l’evoluzione della deforestazione, la misurazione del livello delle emissioni e dei gas dovuti  all’opera dell’uomo. 

Grazie al supporto delle tecnologie l’Umanità, oggi ha raggiunto una capacità di incidere sul Creato mai avuta nella sua ancora breve permanenza in Esso. L’Uomo pertanto non solo ha la possibilità ma il dovere morale di utilizzare questa immensa potenza di mezzi per proteggerlo e salvaguardarlo. La consapevolezza del cambio di passo nell’affrontare cause ed effetti dei mutamenti  climatici, peraltro testimoniata dalla storica ratifica di grandi potenze quali Stati Uniti e Cina al recentissimo G20, nasce anche dal collegamento diretto con altri due fenomeni globali quali quello migratorio e quello della sostenibilità della produzione agricola.

E’ infatti stato ormai dimostrato il drammatico legame di causa-effetto, sul medio termine, fra l’impoverimento di alcune risorse naturali fondamentali come l’acqua o l’aumento di fenomeni metereologici anomali come i tifoni, e i grandi flussi migratori su scala globale che portano intere popolazioni ad allontanarsi dalle aree equatoriali per dirigersi verso le aree più a Nord. I fenomeni naturali che contribuiscono pesantemente alla povertà, all’inasprirsi di situazioni di instabilità sociale ed economica delle aree più disagiate della Terra, sono causati dai cambiamenti climatici spesso innescati o accentuali dall’azione umana.

Osservare la Terra dallo Spazio permette da un lato di monitorare aree molto vaste analizzandone nel tempo le dinamiche di cambiamento relative ad esempio al livello di acqua nei laghi, o allo spostamento e allo scioglimento dei ghiacci, al  livello di siccità del terreno, alla variazione dell’estensione delle foreste o ancora alla quantità di biomassa. Dall’altro lato, grazie all’osservazione, si continua ad arricchire un  patrimonio inestimabile di informazioni che, opportunamente integrate, elaborate ed inserite in modelli e ulteriori analisi consentono all’Uomo di capire ed agire su fenomeni che toccano la vita di intere popolazioni. 

E anche l’agricoltura, una delle attività più antiche che l’Uomo ha svolto nell’interagire con il Creato, ha oggi bisogno di utilizzare al meglio le enormi capacità tecnologiche raggiunte, proprio per salvaguardare la Terra e ridurre l’impatto negativo che il suo sfruttamento non responsabile comporta.

Anche in questo settore la tecnologia spaziale contribuisce a definire e realizzare un nuovo modo di interagire con la Terra, fonte di vita e di sostentamento per l’Uomo. Grazie al monitoraggio delle aree agricole, i satelliti artificiali consentono di misurare le fasi di crescita delle coltivazioni, di controllare lo stato delle risorse idriche utilizzate, di dare indicazioni sugli interventi da operare sul campo, di pianificare nel tempo la rotazione delle colture.

Ad esempio, le tecnologie spaziali hanno di fatto contribuito a definire in Europa le nuove politiche agricole attente al rispetto dell’ambiente e all’uso di pratiche sostenibili, che da un lato riducono l’impatto dell’azione umana sul Creato, dall’altro garantiscono un adeguato volume di produzione per nutrire un numero sempre maggiore di persone aumentando i livelli di qualità e quantità.

Nuove tecniche e la capacità di trattare in tempi sempre più ridotti enormi quantità di dati, data analytics, consentono oggi di supportare con una pluralità di tecnologie, tra le quali molte spaziali, una produzione agricola mondiale per la quale l’aumento di efficienza e produttività è indispensabile ma deve avvenire in un quadro di sostenibilità ambientale imprescindibile. 

Si stima che nei soli ultimi due anni l’Uomo abbia  prodotto  una quantità di dati pari a quella creata nei millenni precedenti ed è in grado di elaborarli con una velocità in crescita esponenziale. Ciò determina una ulteriore dimensione dell’utilizzo della tecnologia spaziale anche a protezione del nostro pianeta: la “connessione globale”  data dal poter comunicare in modo continuo e sempre più veloce.

Attraverso i sistemi spaziali, le tecnologie satellitari sempre più evolute e le costellazioni di comunicazione globale oggi siamo in grado di dare connettività in ogni parte del globo fornendo un abilitatore essenziale per lo sviluppo economico delle comunità, soprattutto di quelle popolazioni oggi in fase di sviluppo. E’ grazie ai satelliti di telecomunicazione che si possono dotare i Paesi in via di sviluppo delle infrastrutture di comunicazione non garantite a terra e supportare il recupero nel ritardo tecnologico di alcune aree del Mondo.

In conclusione la tecnologia spaziale è un emblema del paradigma moderno che lega sviluppo tecnologico e responsabilità dell’Uomo verso la salvaguardia del Creato. E’ infatti una delle espressioni più elevate della attuale capacità dell’umanità di creare strumenti di conoscenza, di consapevolezza e di intervento che devono essere messi a servizio della salvaguardia del Creato, di cui l’Uomo, sempre più “potente” e “capace di incidere” deve sentirsi responsabile ed investito dal dovere di mantenerlo e accudirlo per consegnarlo migliore alle prossime generazioni. 

 

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