Così si sono espresse alcune personalità intervenute alla tavola rotonda “Elemosina e giustizia”. In Europa la povertà cresce e coloro che sono costretti a dipendere dalla carità altrui sono sempre più visibili e a volte sono persone insospettabili, come anziani ben vestiti che davanti ai supermercati chiedono con vergogna qualche spicciolo per fare la spesa. Le amministrazioni cittadine si sono soffermate su questo problema più nel nome del decoro urbano e della sicurezza che della tutela di questa categoria di poveri. Le ordinanze che impediscono la mendicità non costituiscono ovviamente una soluzione, allontanano il problema dalla vista di tutti. Questo atteggiamento verso i poveri non va solo ricercato nel loro numero crescente e nell’incapacità a trovare risposte. Oggi nella nostra società tutto sembra governato dalla legge del mercato, per cui si fa una cosa solo se si riceve un vantaggio. L’elemosina sfugge totalmente a questa logica e ne è l’esatto rovesciamento.
Per Giuseppe Laras, Presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia gli uomini giusti con la carità vissuta come giustizia salveranno il mondo, mentre Mustafa Çagrici, Gran Muftì di Istanbul ha affermato che per l’Islam l’elemosina è qualcosa di speciale di cui tutti i musulmani devono capirne l’importanza, mentre il Ramadan è un vero allenamento contro l’egoismo.
Francesca Zuccari della Comunità di Sant’Egidio ha raccontato come dall’elemosina sono nate tante amicizie con i poveri. Si inizia a scambiare due parole su un marciapiede, poi un panino e così prendono avvio itinerari di riscatto e di amicizia, vere resurrezioni di persone piegate dalla durezza della vita che ritrovano nel rapporto personale e nell’amicizia un futuro migliore. |