«La comunità internazionale deve riunirsi per affrontare alla radice le cause delle migrazioni e sviluppare leggi giuste che proteggano I migranti. L’emigrazione è un’esperienza umana tragica che potrà solo approfondirsi negli anni a venire».
Lo ha detto l’Ambasciatore USA presso la Santa Sede, Miguel Humberto Díaz, nel corso del suo intervento al Meeting di Sant’Egidio in svolgimento a Barcellona. L’Ambasciatore, intervenendo in una conferenza dedicata alle migrazioni, ha ricordato la sua condizione di esule da Cuba, divenuto americano, ed ora chiamato a servire gli Stati Uniti come diplomatico. E ha ricordato come il presidente Barack Obama, «figlio di padre keniota e di madre del Kansas», abbia sottolineato in numerose occasioni che gli Stati Uniti d’America sono una nazione di immigrati.
Se gli Usa sono oggi la prima potenza del mondo si deve anche alla prima grande immigrazione di popoli, per lo più provenienti dai paesi europei, che ha causato la crescita della popolazione degli Stati Uniti da soli 17 milioni di persone nel 1840 fino a 106 milioni nel 1920. La seconda grande ondata di immigrazione è iniziata dopo la seconda guerra mondiale. A partire dal 1965, oltre 25 milioni di immigrati si sono stabiliti negli Stati Uniti, la maggior parte proveniente dai Caraibi e dall’America Latina.
«Pur riconoscendo le sfide economiche, politiche, culturali e religiose sollevate dalle migrazioni, e il diritto di ogni nazione di proteggere le proprie frontiere – ha detto l’Ambasciatore USA - è anche importante considerare i risultati positivi che sono spesso il risultato di questa tragica esperienza umana. La storia dell’America è testimone di questo potenziale creativo. La migrazione spesso avviene perché le persone si trovano di fronte a situazioni estreme e pericolose per la vita. In quanto famiglia di nazioni, abbiamo bisogno di incontrarci e condividere le risorse vitali e le soluzioni a lungo termine per quanto riguarda il problema delle migrazioni».
Diaz ha poi concluso citando alcune delle parole che appaiono su una targa di bronzo sul piedistallo della statua della Libertà che ne descrivono la figura con le parole della poetessa americana Emma Lazarus: Madre di esuli, dal suo faro nella mano brilla il benvenuto a tutto il mondo. |