Rabbino Capo di Haifa, Israele
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Onorevoli Leaders delle Religioni e degli Stati che presenziate questa augusta assemblea, signore e signori, cari amici!
E’ davvero un privilegio e un piacere partecipare ancora all’incontro promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Con il vostro permesso, vorrei iniziare il mio breve intervento con un ringraziamento ebraico tradizionale e una benedizione di Dio in ebraico e in inglese:
ברוך אתה ה' אלקינו מלך העולם שהחיינו וקיימנו והגיענו לזמן הזה
Sii benedetto, Signore e Dio, Re dell’universo, che ci hai dato vita, sostentato e portato a questo giorno. Amen!
Cari Amici,
L’argomento scelto dagli organizzatori di questo convegno è "Bound to live together – Religioni e Culture in Dialogo". Sento che almeno noi che apparteniamo a quelle che vengono spesso denominate “fedi abramitiche” non dovremmo soltanto sentirci "bound to live together". E’ nostro destino, nostra sfida e nostro dovere vivere insieme, parlare gli uni agli altri, essere d’accordo o in disaccordo e capire che c’è molto più che ci lega insieme che ciò ci divide. Dobbiamo ricordare che se vogliamo vivere e sopravvivere dobbiamo imparare a vivere insieme e insegnare ai nostri seguaci e credenti che Dio Onnipotente vuole che scegliamo “vie deliziose” e che camminiamo su "sentieri di pace".
Questo era il messaggio del nostro Fondatore e Maestro Mosè di venerata memoria – che la pace sia con lui. Lasciò questa eredità ai figli d’Israele prima di separarsi da loro, prima che traversassero il fiume Giordano: “Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” (Dt 30,19).
Noi che viviamo in Terra Santa, sappiamo bene che la sola via per sopravvivere nel nostro amato paese è combattere l’odio e promuovere la pace, la sicurezza e la comprensione.
Dobbiamo capire che questo è ciò che Dio vuole che facciamo. Lui diede questa terra ad Abramo, Isacco e Giacobbe e noi siamo loro figli. Il fatto che questa terra sia Santa per i credenti di Ebraismo, Islam e Cristianesimo dovrebbe essere una ragione per unirci gli uni agli altri, per impedire spargimenti di sangue, odio e contrasti. Il fatto che la città santa di Gerusalemme, seggio del nostro Re Davide, sia santa per noi Ebrei, per i Musulmani che la chiamano in arabo “Al-Kutz” – “La santa” – e in realtà anche per tutti i Cristiani, può essere e dovrebbe essere una fonte di benedizione e non – Dio non voglia – una maledizione. Pregare l’Unico Dio, il Creatore dei Cieli e della Terra dovrebbe legarci insieme nell’amore e nella convivenza pacifica.
Credo di aver già detto nei nostri incontri, in passato, che è un’antica tradizione della nostra fede secondo la quale il nome di Dio è “Shalom” – e Shalom significa pace. Lo spargimento di sangue e il terrore profanano il nome di Dio che incluse nei “dieci Comandamenti” la proibizione “non uccidere”. Già molto prima Egli aveva detto a Noè e ai suoi figli – dopo che li ebbe benedetti – “Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché a immagine di Dio è stato fatto l'uomo”. Nell’originale ebraico leggiamo: "שופך דם האדם באדם דמו יישפך". Adamo qui rappresenta ogni essere umano, כי בצלם אלקים עשה את האדם – “a immagine di Dio è stato fatto l’uomo” - uomo, donna, vecchio o giovane.
Uccidere è profanare il nome di Dio. Dobbiamo fermare questa catena di omicidio e uccisioni. E’ la nostra missione sacra portare pace e sicurezza nella Terra Santa, che Dio ha dato ai nostri predecessori.
Cari Amici, Leaders delle Fedi:
Insegniamo ai nostri seguaci a fermare questo terribile crimine. Impariamo a vivere insieme, a rispettarci e a ripetere incessantemente le parole del profeta Malachia che citerò nell’originale ebraico e poi in inglese:
"הלוא אב אחד לכולנו, הלוא אל אחד בראנו מדוע נבגד איש באחיו לחלל ברית אבותינו"?
“Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l'uno contro l'altro, profanando l'alleanza dei nostri padri?” (Mal 2, 10)
Annunciamo questo messaggio di pace e di amore ovunque andiamo. Preghiamo, lavoriamo e costruiamo insieme un mondo molto migliore. Preghiamo e speriamo per il compimento di questa profezia del nostro profeta: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra.” (Is 2, 4)
Che Dio ci aiuti. Amen! |