Vescovo evangelico, Germania
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Si parla di preghiera, si parla di pace. La preghiera è il soffio della fede, la pace è il fondamento per una vita bella e per la convivenza. Come sono legate queste due cose, cosa hanno a che fare l’una con l’altra? In che senso la preghiera è una sorgente, sì, la sorgente della pace?
Cosa significa pace? La pace vive in un contesto di relazioni. L’uomo vive in relazione, nella relazione fondamentale con Dio e con se stesso e nella relazione con gli altri. Queste relazioni sono strettamente correlate perché, per garantire una vera pace, le relazioni devono essere buone.
La pace ha anche a che fare con la libertà e con il sentirsi sicuri. Il teologo cattolico Heinrich Spaemann l’ha espresso così: “Dove si uniscono libertà e sicurezza, lì c’è la pace”. Ogni uomo ha bisogno di queste due cose: sicurezza e amore da una parte, ma dall’altra parte anche libertà, per potersi esprimere e trovare la propria strada. Dio ci dona entrambe le cose, non ci ha creati schiavi, ma uomini che a Lui possono dire “sì”, e a cui Lui ha mostrato il suo amore grandissimo attraverso il Figlio. In questo modo riusciamo a ritrovare l’equilibrio tra le due cose.
La pace è più di un’assenza di conflitto e guerra. In lingua ebraica pace si dice “Shalom”, che vuol dire “salvezza della comunità”. Come si può salvare la comunità, come si possono sanare le relazioni, come possiamo essere liberi e sicuri? La pace è in intima relazione con la fede. L’apostolo Paolo scrive: “Giustificati dunque per fede noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo”. Il valore della nostra vita non dipende da quello che possediamo o dalle nostre prestazioni, dipende da quello che il Dio eterno ha detto ad ognuno: “Tu sei la mia figlia amata, sei il mio figlio amato”. Segno efficace di questa realtà è il santo battesimo. Nel profondo io so di essere un uomo amato da Dio. Questo mi infonde un profondo senso di protezione e mi rende libero. Libero dalla paura della finitezza dell’essere, libero dalla paura di ricevere troppo poco, libero dal dover avere. Libero di esserci, per Dio e per gli altri.
Cosa significa preghiera?
La fede si nutre di preghiera. La preghiera è la conversazione viva con Dio, e conversazione significa sempre tre cose: tacere, ascoltare, parlare. Faccio silenzio. Ascolto ciò che Dio mi dice. Gli rispondo con i miei ringraziamenti e le mie preghiere. E Dio mi ascolta, risponde con la sua Parola, con il silenzio, per mezzo di incontri ed esperienze. Nella preghiera sempre trovo salvezza in Dio. E sento di diventare libero. Nella preghiera posso portare davanti a Lui ciò che mi è di peso: le mie preoccupazioni, la mia timidezza, le mie paure, la mia invidia, il voler avere sempre ragione, tutto ciò che mi ferisce e mi sfinisce. Posso dire: Dio, lo affido a Te, Tu sai chi ha ragione, Tu troverai la strada per me. Nella preghiera sento la sua voce: “Sei prezioso ai miei occhi e ti voglio bene. Perciò non temere, io sono con te”. Così sono certo: Lui si preoccupa di me. E come dice l’Apostolo: “Riversate su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi” Nella preghiera gli rispondo e lo ringrazio: “Grazie, Signore, perché sei vicino a me e a tutti gli uomini, grazie per tutti i Tuoi doni, grazie”. Così sono grato e contento. Nella preghiera porto a Lui le necessità del mondo, la fame, la povertà, le malattie e mi sento infelice. Infelice perché la comunità non è sana a causa dell’egoismo degli uomini, anche a causa del mio egoismo.
Cosa significa sorgente?
Per mezzo della preghiera sfuggo al circolo dell’ “homo incurvatus in se ipsum”, l’uomo ricurvo su se stesso. Prendo le distanze. Vedo le cose da un’altra prospettiva: cosa vuole Dio per la sua creazione e per i suoi uomini? Alcune cose che mi sembravano importanti si relativizzano. Riconosco cos’è buono e necessario, entro in sintonia con Dio e questa è la vera saggezza.
Nella preghiera si rinnova il mio legame con Dio, sorgente di vita e di pace. Lui stesso diviene per me sorgente di pace. Nella preghiera ricevo la forza per superare la mia pigrizia e la mia paura, la forza di intercedere per altri, di intervenire in favore dei deboli.
La forza della preghiera comune
Siccome siamo uomini deboli, che di continuo ricadono facilmente nel vecchio ed egoistico modo di essere, è così importante la regolarità nella preghiera, la regolarità nell’aver parte a questa sorgente di forza, a Dio. Da soli questo spesso è difficile. La comunità aiuta la preghiera, possiamo imparare dagli ordini religiosi e dalle comunità spirituali. Insieme è più facile mantenere un ordine nella vita spirituale. Si è contenti di stare insieme, fare silenzio insieme, ascoltare, lodare Dio, confrontarsi. E anche pensare come potremmo contribuire noi a rendere un po’ più sana la comunità degli uomini, come far venire la pace. E anche ci aiuta a mettere in pratica concretamente quanto ci è possibile. In questo modo la preghiera nella comunità diventa una particolare sorgente di pace.
Chiedo la benedizione di Dio per questi giorni, affinché possano rafforzare le nostre comunità spirituali e la nostra comunità ecumenica. Secondo il volere di Dio daremo il nostro contributo, affinché la preghiera sia forte e che ne scaturisca la pace. |