Riportiamo alcuni passaggi dell’intervento di Corrado Passera, Consigliere e Amministratore delegato di Banca Intesa San Paolo alla conferenza “Ripensare il mondo oltre la crisi economica”, alla presenza del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, del ministro dell’economia italiano Giulio Tremonti, dell’Arcivescovo di Monaco Reinhard Marx e del Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.
“La dimensione della crisi, che è unica e si sta evolvendo e ci fa capire che non è un incidente di percorso. Bisogna abituarsi a pensare in modo diverso, non ricominciando da zero, ma aggiornando le categorie per cambiare il mondo.(...)
Bisogna rimettere l’economia al suo posto. E’ uno straordinario metodo d’analisi, ma non può essere l’unico e nemmeno il prevalente.
Veniamo da un ventennio in cui tutto è stato vissuto in chiave economica, e invece di parlare di educazione dei figli abbiamo preso a parlare di investimenti per il futuro dei figli etc…
Questo ha portato al culto del mercato, si è deificato così uno strumento in sè utile.
Si è ideologizzato il mercato mettendo in campo strumenti di controllo che non hanno funzionato (...) oggi abbiamo visto che una società misurata solo dal punto di vista economico ci ha fatto male.
In un mondo di pura razionalità non c’è spazio per la vita concreta che è fatta anche di sprechi di tempo, di sentimenti, di volontariato.
Ci siamo costruiti una gabbia che sembrava dare senso a tutto, ma ne abbiamo sperimentato i limiti.
L’economicismo ha portato effetti perversi e conseguenze autodistruttive.
Oggi possiamo guardare a costruire il futuro.
Mai come oggi viviamo senza ideologie. L’ultima di cui ci siamo liberati è questa del mercato.
Ed ora siamo liberi di guardare al futuro.
La Caritas in Veritate ci dà uno sguardo coraggioso per pensare al futuro di una società come la nostra. Nell’enciclica si intravede una società che non è somma di interessi, ma come somma e condivisione di responsabilità.
Oggi il bene comune da costruire è il lavoro. C’è un mondo attorno alla disoccupazione (inoccupati, sotto-occupati) che in Europa è emergenza per milioni di famiglie.
Non ci interessa più la crescita drogata, ma una crescita che crei lavoro: questo è il bene comune.(...)
Il Welfare è uno strumento fondamentale di coesione sociale. E in questo senso il volontariato avrà sempre più ruolo. In nessun altra parte del mondo c’è un welfare come quello europeo, e questo va difeso e reso un modello per il mondo.
Non basta l’economia, ma ci vuole anche la politica per una visione di lungo periodo”. |