Il 15 gennaio, nella splendida cornice della Sala Rossini del Caffè Pedrocchi, si è tenuto il convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio dal titolo "Quale idea per Padova? Ripensare la città per vivere insieme". I relatori, appartenenti al mondo della cultura e della società padovana, hanno dialogato insieme sul futuro della città. E’ stato un momento di ascolto, a cui hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni cittadine, ma soprattutto un segno di speranza e di amore per Padova e per chi la abita.
Un folto pubblico ha seguito il convegno, aperto dall’intervento del vescovo Antonio Mattiazzo, che si è soffermato sulla necessità che Padova ritrovi la sua anima di città della solidarietà e della cultura. Padova sarà interprete dell’eredità di Sant’Antonio se saprà costruire ponti e non muri.
Alessandra Coin, della Comunità di Sant’Egidio, ha osservato che per comprendere la città occorre volgere lo sguardo ai suoi abitanti più fragili, i poveri. Partire dai poveri è un criterio inclusivo, è il modo per pensare a tutti. Padova non può ritirarsi in un angolo della storia, un po’ impaurita e lamentosa. La sua cifra è quella una città aperta al mondo, che sa farsi vicina anche a chi viene da lontano. E’ questo un aspetto sottolineato anche dalla scrittrice Antonia Arslan, ricordando la figura del nonno che dall’Armenia scelse Padova perché città viva e vivace. C’è bisogno di visione, ha concluso la Arslan, per valorizzare il patrimonio storico e culturale della città, riconosciuto ovunque nel mondo.
Padova in questi anni è cambiata: la città riflette le trasformazioni radicali in atto nel mondo, come ha evidenziato Daniele Marini, dell’Università di Padova. Il rischio è il disorientamento e la paura. Gli interventi dell’ultima sessione hanno offerto allora alcune chiavi di lettura per comprendere meglio la città. I dati forniti da Enrico de Pasquali della Fondazione Leone Moressa hanno permesso di cogliere il valore dell’immigrazione, contro gli stereotipi e le semplificazioni.
La sfida da raccogliere è ritrovare la strada per vivere insieme in pace, ha concluso Alessandra Coin, rimettendo i poveri al centro dell’agenda cittadina. |