Giovedì 7 gennaio si è svolta a Scutari, in Albania la marcia “Pace in tutte le terre”, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con l’Arcidiocesi di Shkoder-Pult. Il corteo, guidato dall’Arcivescovo Mons. Angelo Massafra, è partito dalla cattedrale e ha fatto tappa al Monastero della Clarisse, ex commissariato e carcere della Sigurimi (la polizia segreta), è intervenuto Ndrek Palushani, imprigionato per la fede durante la dittatura di Enver Hoxha.
Proprio a Scutari, lo scorso novembre, sono stati ricordati i 25 anni dalla prima messa pubblica e dalla riapertura della locale moschea, nell’Albania avviata verso la libertà. Palushani ha ricordato i decenni in cui la persecuzione colpì tutte le religioni dello Stato, che nel 1967 proclamò l'ateismo. Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, su 6 vescovi e 156 preti di prima della dittatura, ben 65 morirono per condanna a morte o tortura e 64 dopo essere stati in prigione o nei campi. "Farne memoria - ha detto il testimone rivolgendosi ai giovani - vuol dire oggi costruire la pace".
Il momento conclusivo si è svolto nella piazza centrale presso la statua di Madre Teresa, la beata albanese che sarà canonizzata a settembre. Mons. Massafra e la Comunità di Sant'Egidio hanno ricordato come la pace si costruisce interessandosi agli altri, dai più poveri delle proprie città agli abitanti dei paesi in guerra più lontani. Come ha detto il Papa nel messaggio del 1 gennaio: “Se vuoi vivere la pace devi vincere l’indifferenza”.
La marcia è stata anche l'occasione per ribadire lo Spirito di Assisi, che dal 6 all'8 settembre 2015 ha fatto tappa in Albania con l'Incontro Internazionale "La pace è sempre possibile". Questo è lo Spirito di Assisi: solo la pace è santa, tutte le religioni ci portano e ci debbono portare alla pace.
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