La Comunità di Sant’Egidio partecipa alla Giornata mondiale dei rifugiati ricordando che, al di là di ogni polemica strumentale e politica, esiste una priorità che si chiama “salvare vite umane”. Si tratta di un imperativo di fronte alle inaccettabili cifre delle vittime dei viaggi sui barconi nel Mediterraneo, quasi 2.000 solo dall’inizio dell’anno.
E’ un dovere per l’Europa, se significa ancora qualcosa la sua civiltà e la sua cultura. Come è anche un imperativo accogliere chi fugge da guerre o condizioni di vita insostenibili, dato che i numeri di chi arriva nel nostro continente sono molto più bassi dei profughi ospitati nei Paesi del Sud del mondo. Ma soprattutto, se si vuole guardare con speranza al futuro, occorre portare avanti, a tutti i livelli, un grande lavoro di integrazione.
Giovedì 22 giugno, alle 18.30, a Santa Maria in Trastevere, si terrà “Morire di speranza”, una grande veglia di preghiera per ricordare tutte le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo negli ultimi anni. Parteciperanno numerosi immigrati, tra cui alcuni che hanno vissuto terribili viaggi per giungere in Europa, insieme a quelli che, invece, sono arrivati con i corridoi umanitari. Saranno presenti anche familiari e amici di chi ha perso la vita in mare. |