“Il martirio cristiano, tra passato e presente” è il titolo di una delle 24 tavole rotonde del convegno “Strade di Pace” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Munster, in Germania.
Il vescovo Epiphanios, della Chiesa ortodossa copta, ha ricordato i martiri cristiani egiziani, vittime di attentati e del terrorismo. “La nostra Chiesa ha stabilito una giornata per i martiri in occasione dell’anniversario dei lavoratori uccisi dall’Isis in Libia, sgozzati sulla spiaggia di Sirte nel febbraio 2015”. Per il vescovo Epiphanios, la sfida è evitare che la memoria si trasformi in odio: “Nelle Scritture leggiamo l’invito: Benedite e non maledite coloro che vi perseguitano”.
La memoria dei martiri del periodo sovietico, per il vescovo Gennadij del Patriarcato di Mosca, deve spingere i cristiani a una “maggiore solidarietà nei confronti di quanti oggi sono vittima di persecuzione”. “Nel mondo oggi 1 cristiano su 4 è discriminato per la propria religione - ha aggiunto - ogni giorno muoiono cristiani per la fede".
Hovakim Manukyan, vescovo armeno ortodosso in Gran Bretagna, ha ricordato le vittime cristiane del genocidio armeno, più di un milione e mezzo: “Quella memoria ci invita a diffidare della manipolazione della religione da parte della politica”.
Il panel si è concluso con la toccante testimonianza di Karl-Adolf Schneider, figlio del pastore luterano Paul, ucciso dai nazisti nel lager di Buchenwald nel 1939. "La sua eredità ci chiede di prendere posizione in un tempo in cui riprende la corsa agli armamenti e in cui la guerra e la miseria spingono gli uomini a fuggire come profughi e vivere in campi”. “Davanti a questo, mio padre non sarebbe stato zitto”, ha concluso. |