Tra i numerosi temi del convegno "Strade di Pace" organizzato da Sant'Egidio a Munster, c'è anche il terrorismo. Frédéric Van Leeuw, procuratore federale del Belgio, titolare delle inchieste sugli attentati terroristici a Barcelona, che hanno coinvolto alcuni giovani jihadisti, ha affermato: "Bisogna comprendere che questi sono ragazzi che vengono da casa nostra: un anno prima di compiere gli attentati in Belgio, alcuni di loro avevano partecipato alle manifestazioni contro il terrorismo. La repressione da sola non serve a niente e l'emarginazione peggiora le cose: bisogna educare e includere i giovani".
Per Tarek Mitri, già ministro della Cultura libanese, "non sono i valori tradizionali che spingono i giovani alla violenza, ma il fatto che li hanno persi e non hanno trovato nulla per sostituirli". "Nei nostri paesi molti hanno sfruttato il vittimismo della gente - ha concluso - senza offrire alternative alla paura e all'incertezza se non la brutalità e la violenza".
Al dibattito è intervenuta anche la sociologa polacca Aleksandra Kania, storica collaboratrice di Zygmunt Bauman, che ha osservato: "E' sbagliato e inefficace affrontare il terrorismo infliggendo a nostra volta terrore e violenza. Bisogna credere che sia possibile superare la logica del terrore affrontando le cause profonde e sociali: la frustrazione dei giovani radicalizzati nasce dalla differenza tra ciò che hanno e quello che pensano di meritare". |