Si è tenuta venerdì 15 dicembre, presso la Basilica di San Bartolomeo all'Isola, una preghiera in memoria di
Annalena Tonelli, missionaria laica uccisa in Somalia. Sono presenti la sorella ed alcuni familiari di Annalena Tonelli per la celebrazione in cui viene consegnata una agenda a lei appartenuta, che sarà posta sull'altare dedicato ai martiri dell'Africa.
Nata a Forlì nel 1943, Annalena Tonelli iniziò da giovane a dedicarsi ai poveri della sua città, in particolare ai bambini e alle famiglie. Contribuisce a fondare a Forlì il "Comitato per la lotta contro la fame nel mondo" che la aiuterà sempre lungo gli anni per le sue iniziative in Africa. Dopo essersi laureata in giurisprudenza, nel 1969 parte per il Kenya, sua prima destinazione africana, dove sceglie di andare a Wajir, al confine con la Somalia, per seguire la via di Fratel Carlo di Gesù di testimonianza cristiana tra i musulmani. Lì fonda un centro di riabilitazione e cura, che crescerà negli anni includendo malati terminali, disabili ed infine malati di tubercolosi. A causa della sua denuncia delle violente repressioni da parte dell'esercito keniano verso le popolazioni presenti nell'area di Wajir, Annalena è costretta a lasciare il paese. Nel 1987 inizia la sua azione in Somalia, dove sarà presente in fasi diverse fino al suo assassinio, nel 2003, conducendo importanti programmi a favore delle donne, contro l'infubulazione, di cura della cecità e di cura della tubercolosi.
Per la costante presenza a favore delle popolazioni somale fuggite dal conflitto civile verrà insignita del premio Nansen dell'ACNUR. Viene uccisa, da due sicari, la sera del 5 ottobre 2003, a Borama.
Dalla testimonianza di Annalena Tonelli ad un incontro sul volontariato tenutosi in Vaticano il 30 Novembre 2001:
"In questo inferno di mondo dove pare che LUI non ci sia, e lo rendiamo VIVO ogni volta che ci fermiamo presso un uomo ferito. Alla fine, io sono veramente capace solo di lavare i piedi in tutti i sensi ai derelitti, a quelli che nessuno ama, a quelli che misteriosamente non hanno nulla di attraente in nessun senso agli occhi di nessuno. Luigi Pintor, un cosiddetto ateo, scrisse un giorno che non c'è in un'intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi. Così è per me. È nell'inginocchiarmi perché stringendomi il collo loro possano rialzarsi e riprendere il cammino o addirittura camminare dove mai avevano camminato che io trovo pace, carica fortissima, certezza che TUTTO è GRAZIA.
Vorrei aggiungere che i piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo, ma tanto agli occhi di DIO, i suoi prediletti, hanno bisogno di noi, e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. LUI ha parlato solo di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre... I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio. Inventiamo... e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita."
Il sito della basilica di San Bartolomeo all'Isola, memoriale dei nuovi martiri |