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Più di trecento persone hanno preso parte all'inaugurazione dell’esposizione “Noi, l’Italia” nel Laboratorio Museo di Arte Sperimentale di Tor Bella Monaca. Un luogo dove bellezza e impegno sociale si coniugano, nel cuore di uno dei quartieri di Roma dove più forte si sente il peso della crisi, con il suo carico di disgregazione sociale e di violenza diffusa.
Proprio qui, Sant'Egidio ha voluto realizzare questo spazio museale, che ospita, insieme alle opere de "Gli Amici" artisti disabili, molte altre attività che favoriscono l'integrazione tra generazioni e culture.
Nella stessa occasione è stato inaugurato il salone appena ristrutturato della Casa della Comunità, alla presenza del Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Prof. Marco Impagliazzo e dei rappresentanti del Municipio.
Le opere, pitture, installazioni, video e testi sui 150 anni di unità del nostro paese, sono state realizzate, oltre che da Gli Amici della Comunità di Sant’Egidio, da altre 10 tra associazioni, case alloggio, cooperative e centri diurni del quartiere.
Durante l'evento ha preso la parola, tra gli altri, Alessandro Innamorelli, studente dell’Istituto per l’Istruzione Superiore "Edoardo Amaldi". Alessandro, che oggi fa parte dei Giovani per la Pace, ha parlato di un “respiro di aria buona” che ha subito avvertito quando visitò il Museo due anni fa con la sua scuola e della possibilità concreta di costruire la pace, più generazioni insieme.
A nome de Gli Amici è intervenuto Diego Proietti, uno degli artisti, che, citando il manifesto Gli Amici: “Sembriamo deboli e a volte facciamo fatica ma insieme abbiamo una grande forza”, ha spiegato come attraverso l’arte sia stato possibile parlare a tutti dei propri sogni e spiegare “quello che, tante volte, è difficile esprimere con le parole”.
La prof.ssa Simonetta Lux, dell'Università La Sapienza di Roma ha sottolineato la grande forza di cambiamento, vissuta e trasmessa dagli artisti, i cui frutti si vedono oggi e si vedranno nel tempo.
Il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, riferendosi al quartiere, ha ripreso le parole di Giovanni Paolo II “Tutto può cambiare!”, sottolieando come, a partire dal cambiamento di ciascuno, è possibile cambiare Tor Bella Monaca, la periferia romana e il mondo intero. "La forza - ha proseguito - è un noi che lega insieme tanti popoli, dalla Costa d’Avorio al Salvador".
E proprio ad un salvadoregno, William Quijano, giovane della Comunità di Sant’Egidio che in quel paese ha perso la vita per il suo impegno in difesa dei bambini più poveri, e a Giovanni Paolo II "maestro di pace", sono state dedicate le canzoni dei “Sounds for Peace”, band dei Giovani per la Pace, che si è esibita per l'occasione.
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