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Il 14 ottobre 2011 la Biennale di Venezia, una delle sede più autorevoli per l’arte contemporanea mondiale, ha ospitato una riflessione a più voci su “I \O_ IO È UN ALTRO”, un progetto artistico dell’artista César Meneghetti e de Gli Amici, gli artisti disabili dei Laboratori sperimentali d’Arte della Comunità di Sant’Egidio.
Critici d’arte, accademici e altri esponenti della cultura si sono confrontati in una Session dedicata ad “Arte e alterità”. Cèsar Meneghetti ha introdotto l’incontro attraverso immagini e interviste eseguite nei mesi scorsi, sottolineando come l’incontro con Gli Amici abbia messo in moto una sua trasformazione personale, che ha rovesciato il suo modo di vedere e ha fatto cadere qualsiasi idea preconcetta della disabilità.
Secondo Simonetta Lux, critica e docente di storia dell’arte contemporanea,ha evidenziato come il lavoro di Cesar Meneghetti, è “l’ultimo atto, ma il più travolgente, di un processo che è stato iniziato dalla Comunità di Sant’Egidio nei laboratori de Gli Amici attraverso una personale relazione con i disabili”. Un processo che giunge alla “rottura totale del pregiudizio della stupidità, alla scoperta dell’intelligenza inespressa, allo svelamento di punti di vista percettivi e critici nuovi, di persone speciali insomma, con le quali si può felicemente godere insieme della vita e dei suoi disastri”.
Alessandro Zuccari, ha offerto il punto di vista sia dello storico dell’arte sia di chi ha partecipato sin dall’inizio ai laboratori della Comunità. Nel suo intervento l’esperienza degli Amici è stata analizzata con uno sguardo retrospettivo, ricordando diversi momenti della storia in cui la vita dei disabili è stata considerata priva di valore, come nella cultura classica e negli scritti di Lucio Anneo Seneca. Il cristianesimo ha introdotto un radicale cambiamento, dando vita ad un nuovo umanesimo. La novità del Vangelo (non dire raka al tuo fratello) sta nel vedere il disabile, il malato come l’uomo tutto intero, non riducendolo al deficit o alla patologia e ristabilendo l’unità tra l’anima e il corpo. E’ una novità che tuttavia stenta ancora ad affermarsi nel mondo contemporaneo - come attesta lo sterminio dei disabili mentali avviato dal nazismo alla fine degli anni Trenta – e l’esperienza degli Amici è un contributo importante in questa prospettiva.
Tutti gli altri interventi hanno contributo ad offrire una visione nuova e più consapevole della disabilità mentale, indicando nell’arte uno strumento prezioso per la relazione e l’espressione di una profondità troppe volte negata, come l’esperienza degli Amici attesta. Significativa la presenza di Alberta Basaglia, figlia di Franco e testimone del suo impegno per un pensiero nuovo verso la malattia mentale.
Si è trattata di una tappa di riflessione (Verifica ≠ 3) su un processo artistico che sarà finalizzato in una mostra prevista nel corso del 2012, ma che già in questa fase ha offerto spunti di riflessione importanti sulla disabilità e l’arte.
A far da cornice, una sala affollata da oltre cento studenti e dottorandi provenienti dalle Università di Roma, Viterbo, Udine, Padova, Trieste e Venezia, che hanno partecipato con grande interesse.
Approfondimenti:
Un video: http://vimeo.com/30587883
Un sito: http://www.ioeunaltro.org/
Interventi ►
Comunicato stampa ►
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