La veglia "Morire di Speranza" in ricordo di quanti hanno perso la vita in mare, che si è tenuta Catania il 6 luglio, ha visto la partecipazione di circa 150 persone: numerose le associazioni che lavorano con gli immigrati, una rappresentanza della Comunità Eritrea, i giovani per la Pace della Comunità di Sant'Egidio, un gruppo di minori stranieri non accompagnati di nazionalità tunisina arrivati a Lampedusa lo scorso anno nell’aprile 2011 e ospitati nelle case per minori della provincia di Catania.
Commossi e copliti anche i giovani egiziani, nigeriani ed eritrei provenienti dal CARA (Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo) di Mineo venuti per ricordare i loro cari e i loro amici che hanno perso la vita negli sbarchi. In particolare Martina, giovane Eritrea ha detto “mi colpisce che ricordate le persone chiamandole per nome, questo mi fa capire che la Comunità di Sant’Egidio ha un’attenzione particolare per ogni uomo ed ogni donna”.
Allison cristiano nigeriano, sbarcato a Lampedusa il 1 agosto 2011, era sul barcone dove furono trovate 25 persone morte nella stiva, fra questi c’era anche il cugino. Anche lui molto commosso, ha ringraziato la Comunità perché non si è dimenticata di lui e del suo paese, la Nigeria.
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