Anche quest’anno, nei mesi di luglio e agosto, sono stati numerosi i gruppi di giovani ed adulti della Comunità di Sant'Egidio che da varie città italiane ed europee (in particolare dal Belgio e dalla Germania) hanno raggiunto l’Albania per svolgere attività con i bambini rom, i malati degli ospedali psichiatrici di Elbasan e di Tirana e gli ospiti della casa famiglia realizzata dalla Comunità di Sant'Egidio.
Ascoltiamo dalla loro voce i racconti di queste vacanze speciali:
Tirana - La casa famiglia ha permesso di accogliere i malati cronici dell'ospedale psichiatrico di Tirana. In prospettiva, tutti i ricoverati vi troveranno ospitalità. Questo permetterà di chiudere il reparto, assicurando a tutti i ricoverati una vita migliore.
In attesa che possano tutti trasferirsi, queste settimane di luglio ed agosto sono state dedicate particolarmente a coloro che ancora vivono nell'ospedale. Si sono svolte tante attività: laboratorio di pittura, terapia occupazionale, cura del corpo, e poi gite e passeggiate a volontà.
Nella casa famiglia, la “shtëpia e kuqe" (casa rossa), come ormai tutti la chiamano, vivono da più di un anno 9 ospiti provenienti dal reparto cronici dell'ospedale psichiatrico. Nella casa ognuno ha un compito e piccole responsabilità: rifare i letti, apparecchiare, occuparsi del giardino, preparare i piatti per la lavastoviglie, aiutare a fare la spesa….. come in famiglia.
Elbasan - E' una città dalla storia molto antica, a circa 40 km a sud est di Tirana. Si raggiunge superando la catena montuosa centrale attraverso il passo di Skrapar, a mille metri di altitudine. Situata sulla via Egnatia, nota strada romana proseguimento della via Appia da Durazzo verso Costantinopoli, è stata per secoli importante nodo di scambi e di commerci tra l’Oriente e l’Occidente. Oggi è soprattutto nota per un enorme kombinat, un'acciaieria realizzata con l’aiuto dei cinesi durante il regime di Enver Hoxa, ancora parzialmente in funzione, che produce acciaio cromo e cemento, e per il più grande ospedale psichiatrico dei Balcani, il Sadik Dinçi, che ha avuto anche più di 600 ricoverati.
La Comunità di Sant'Egidio ha cominciato a visitare i pazienti di questo grande ospedale durante l’estate del 2005 e l’inverno successivo è stato organizzato il pranzo di Natale con i primi 25 malati.
Nel corso di questi anni si sono succedute, soprattutto nei mesi estivi, varie iniziative che hanno coinvolti quasi tutti gli oltre 300 pazienti, e un numero crescente di volontari, giovani della città e personale dell’ospedale. Dal 2007, organizzata dalla Comunità, è cominciata, nella Chiesa cattolica-bizantina di Shen Pjetri una preghiera con i pazienti per ricordare le persone malate. Questa preghiera è stata uno dei momenti più intensi della nostra estate di solidarietà.
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