In tanti hanno partecipato a Villa Literno al ricordo commosso di Jerry Masllo, giovane sudafricano ucciso 25 anni fa da alcuni giovani del luogo durante un tentativo di rapina. Una giornata di preghiera e di riflessione che è cominciata presso la sua tomba, dove si sono raccolti gli amici del movimento Genti di Pace venuti da Napoli e Roma, i Giovani per la Pace, molti nuovi europei, l’assessore del Comune di Villa Literno Nicola Griffo, esponenti di associazioni e del mondo sindacale. L’assessore Griffo ha ringraziato i promotori dell’iniziativa e in particolare la Comunità di Sant’Egidio che “si mette al servizio di tutti quelli che sono in difficoltà”.
I partecipanti hanno formato un corteo silenzioso che ha raggiuto la chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo (dove fu celebrato il funerale di Jerry) per un momento di preghiera animato dalla Comunità. Qui è stato ricordato che San Tammaro, patrono della città, era originario dell’Africa, a sottolineare il legame tra la città casertana e la vicenda di Jerry. Un gruppo di ghanesi ha eseguito un canto che ha concluso la preghiera.
Nella Sala Splendore nei pressi del Municipio si è svolta poi una tavola rotonda, a cui hanno preso parte personalità e associazioni impegnate nell’ambito dell’integrazione. Daniela Pompei della Comunità di Sant'Egidio ha ricordato la storia di Jerry Masslo, un rifugiato, figlio di contadini e lavoratore, ospitato presso la Tenda di Abramo, la casa di accoglienza della Comunità, era gioviale e sorridente, amava suonare la chitarra e con questa sua passione riusciva a tenere viva l’attenzione di tutti. La sua morte scosse le coscienze. Dopo pochi mesi fu emanata la “legge Martelli” con cui si eliminò la clausola geografica: da quel momento in Italia si poté chiedere asilo provenendo da qualsiasi Paese del mondo. Allo stesso tempo si regolarizzarono i lavoratori stranieri presenti. Nel settembre dello stesso anno a Napoli la Comunità di Sant'Egidio inaugurava la Scuola di lingua e cultura italiana.
Durante il dibattito è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dei migranti che hanno perso la vita durante i viaggi della speranza. nella delegazione di Genti di Pace era presente anche Taddeus, un ragazzo etiope sopravvissuto a un naufragio lo scorso 3 ottobre, quando nel canale di Sicilia morirono 366 immigrati.
Molto toccante è stata anche la testimonianza di Nasser Hiddouri, imam di San Marcellino, un paese non molto distante da Villa Literno, che ha raccontato di essere stato accolto dal parroco del paese che gli ha messo a disposizione una sala per la preghiera: è l'esperienza di essere accolto “dal cuore grande di cristiani che ci hanno ospitato con il sorriso”.
“Oggi – ha concluso Daniela Pompei – Villa Literno è cambiata, è diventata meticcia, il 10% di cittadini sono non italiani, e da qui si intravede il percorso di integrazione che è nato a partire dalla morte di Jerry”. |