Stiamo assistendo a uno dei fatti più commoventi che dopo duemila anni torna alla terra sua». Con la sua penna straordinaria, da raffinato scrittore fiero di sentirsi cronista, Dino Buzzati, 50 anni fa, descriveva così, sulle pagine del Corriere della Sera, l'emozione di vivere un evento epocale: un Papa che arriva in Terra Santa e che si prepara ad abbracciare il fratello ortodosso da cui la Chiesa cattolica vive separata da secoli. In quei giorni di inizio gennaio del 1964, a Gerusalemme, fu scritta davvero una fondamentale pagina di storia. Che verrà riproposta tra poche ore, quando un altro Papa, Francesco, abbraccerà il patriarca ecumenico Bartolomeo I. Ma se oggi il percorso della riconciliazione sembra tracciato da due leader religiosi che hanno fatto del dialogo la loro bandiera, cinquant'anni fa quella stessa volontà comportava estremo coraggio.
Superare, con un gesto più che con le parole, secoli di odio e di risentimento era un'impresa che molti ritenevano impossibile. È appena uscito un libro prezioso, scritto da Valeria Martano, una delle più grandi studiose delle Chiese cristiane orientali, che racconta con profondità, puntiglio e gusto cronistico per i dettagli, i retroscena e la preparazione dell'abbraccio tra Paolo VI e Athenagoras. La grande sorpresa e, insieme, la piena coscienza che, da quel giorno, nulla sarebbe più stato come prima nei rapporti tra cristiani d'occidente e d'oriente, e che ben oltre le dispute teologiche contava appunto la straordinaria simbologia di un gesto. Il libro (L'abbraccio di Gerusalemme, Edizioni Paoline, euro 14,50), si avvale dell'introduzione di Andrea Riccardi, che racconta quanto pesasse, «sull'immaginario ortodosso, quanto accadde nel 1437, al Concilio di Ferrara-Firenze, quando venne decretata l'unione tra cattolici e ortodossi, mentre le armate turche facevano pressione su Costantinopoli. Il patriarca Giuseppe II, venuto al Concilio, fu costretto a baciare il piede a papa Eugenio IV, come rigida condizione preliminare al loro incontro».
Per cancellare quell'umiliazione occorreva appunto un atto straordinario, che nel libro della Martano trova la sintesi nella determinazione di due grandi uomini di religione e di fede. Paolo VI, interprete e guida della volontà del Concilio Vaticano II, voluto dal suo predecessore Giovanni XXIII; e Athenagoras, che quell'abbraccio aveva immaginato da subito, dopo l'annuncio dello storico viaggio del Papa in Terra Santa. La biografia dei protagonisti, l'avvicinamento all'incontro, i gesti, le reciproche cortesie, la volontà di cancellare pubblicamente secoli di inimicizia, vengono analizzati con notevole efficacia. Un viatico per il nuovo abbraccio che avverrà tra poche ore.