| 16 Juny 2015 |
Italia - Marocco |
Fcei e Sant'Egidio: un progetto pilota per i migranti |
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Li hanno chiamati Humanitarian Desk: consentirebbero a un certo numero di profughi di ottenere un visto per ragioni umanitarie e quindi di viaggiare legalmente e in condizioni di sicurezza verso l'area Schengen. È la risposta della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e della Comunità di Sant'Egidio alle stragi di migranti nel Mediterraneo.
La proposta - ecumenica, autofinanziata, e soprattutto concreta - sta prendendo piede in Marocco, a Rabat e Tangeri. Un progetto pilota - si parla di 1.000 casi in un anno - indirizzato a soggetti particolarmente vulnerabili. Ma come funziona? I desk entrano in contatto con i potenziali richiedenti asilo attraverso partenariati con agenzie già presenti come l'Acnur, la Chiesa evangelica del Marocco e la diocesi di Tangeri. Ottenuto il visto con la collaborazione delle autorità consolari, il soggetto potrà imbarcarsi su un volo regolare e, una volta giunto in Italia, richiedere asilo.
La base giuridica dell'iniziativa si fonda sull'art. 25 del "Codice comunitario dei visti" (Regolamento n. 810/2009), che prevede la possibilità «per motivi umanitari o di interesse nazionale o in virtù di obblighi internazionali» di derogare alle disposizioni generali. Si tratta di sperimentare una "buona pratica", dicono i responsabili di Fcei e Sant'Egidio, che negli auspici potrebbe essere estensibile anche ad altri Paesi europei. La sperimentazione sarà finanziata dall'8 per 1000 della Chiesa valdese e dalla Comunità di Sant'Egidio.
g. c.
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