Le ultime settimane sono state dense di importanti eventi ecumenici per il nostro Paese. Il primo evento è stato l'apertura effettiva dei «corridoi umanitari», promossi dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalla Comunità di Sant'Egidio con il sostegno finanziario dell'otto per mille delle chiese metodiste e valdesi, in accordo con i ministeri degli Esteri e dell'Interno. Grazie a questa iniziativa - un'iniziativa ecumenica, appunto - sono potuti arrivare, legalmente e in sicurezza, i primi rifugiati siriani: all'inizio di febbraio una famiglia di quattro persone con una bambina bisognosa di cure urgenti, e alla fine del mese un gruppo di 93 persone che vivevano in un campo profughi in Libano.
Secondo evento: lo stesso giorno dell'arrivo dei 93 siriani, il 29 febbraio, la Conferenza episcopale italiana ha invitato le chiese membro della Federazione evangelica a un incontro per illustrare il progetto di un convegno nazionale sul protestantesimo, che si terrà a novembre a Trento, alla vigilia del quinto centenario della Riforma protestante: «una ricorrenza - ha spiegato don Cristiano Bettega, direttore dell'Ufficio nazionale per l'ecumenismo - che va colta come un'occasione per il dialogo e l'incontro ecumenico».
Terzo evento, il 5 marzo, la visita in Vaticano di una delegazione delle Chiese metodiste e valdesi con cui papa Francesco ha voluto ricambiare l'invito ricevuto l'anno scorso, quando per la prima volta un papa aveva visitato una chiesa valdese, quella di Torino. Durante l'incontro in Vaticano si è parlato di diversi temi riguardanti la vita delle chiese e la comune testimonianza nella società, con particolare riferimento all'accoglienza dei migranti che bussano alle nostre porte.
E infine, ultimo evento, durante l'Angelus di domenica scorsa il papa ha voluto citare proprio il nostro progetto ecumenico: «Come segno concreto di impegno per la pace e la vita - ha detto Francesco - vorrei citare l'iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia. Mi rallegro anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta dalla Comunità di Sant'Egidio, dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e dalle Chiese valdesi e metodiste».
Anche noi ci rallegriamo e siamo grati per l'attenzione che il papa ha voluto dare al progetto, sia perché speriamo che questo richiamo possa spingere altri paesi europei ad adottare questa procedura sia perché, nella sua dimensione ecumenica, questa iniziativa mostra che, insieme, i cristiani possono dare una testimonianza concreta di pace e di giustizia.
Luca Maria Negro
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