Ha chiesto la grazia per l'assassino di sua figlia, ma nessuno l'ha ascoltata. E così la signora Marietta Lane, originaria del Montana, da anni gira il mondo per dire basta alla pena di morte, facendo tappa anche a Parma. L'occasione è stata l'iniziativa «Città per la vita, città contro la pena di morte», la giornata internazionale contro la più brutale delle sentenze, promossa in Italia dalla Comunità di Sant'Egidio.
«Non è macchiandoci noi stessi di un omicidio che si risolve il problema della violenza tra gli uomini» scandisce il vicesindaco Nicoletta Paci, che ieri sera, all'ombra dell'albero di Natale in piazza Garibaldi, ha accolto con queste parole la signora Lane. Una donna che non ha mai chiesto vendetta per sua figlia: le bastava che l'assassino (successivamente rivelatosi un serial killer) scontasse la propria pena in carcere e non nel braccio della morte.
«Da quel momento ha cominciato ad impegnarsi nel mondo del volontariato, al fianco di famiglie che hanno vissuto un'esperienza simile» spiega Bruno Scaltriti, che della Comunità di Sant'Egidio a Parma è il referente.
«Stamattina la signora è stata anche al Cinema Astra per raccontare la sua storia a 500 studenti» prosegue, mentre lei, Marietta Lane, rimane in silenzio, con la testa insù. Anche a Parma, così come a Roma, al Colosseo, e in altre città di mezzo mondo, alcune luci rosse si sono accese per dire no alla pena di morte, illuminando il palazzo del Comune per tutta la serata. Un modo semplice per opporsi alla pena capitale, che da anni caratterizza la giornata del 30 novembre.
«In questo giorno, secoli fa, il Granducato della Toscana è stato il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte» spiega infine Scaltriti. A parlare per Marietta Lane, invece, sono solo gli occhi di chi, pur avendo sofferto in modo indescrivibile, sa bene quanto sia importante difendere il diritto di tutti alla vita.
Beppe Facchini
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