«E' immenso il disastro in Pakistan, come non si era mai visto nella storia di questo Paese. I profughi che stanno arrivando nelle città sono milioni e hanno bisogno davvero di tutto». Inizia così il racconto di Stephen Sadiq, il responsabile della Comunità di Sant'Egidio a Islamabad, che in questi giorni si è mobilitata per portare i primi soccorsi alle vittime delle alluvioni. Una prima raccolta di aiuti, fatta ad Islamabad, ha permesso di procedere alla distribuzione di acqua e generi alimentari, come il pane o i datteri per celebrare il Ramadan, lungo l'autostrada che porta alla capitale, dove c'è un'immensa fila di persone che non hanno più niente. «Gruppi di donne e bambini non mangiavano da diversi giorni. Tanti sono scalzi. Non possono neanche tornare indietro perché le strade semplicemente non ci sono più», continua Sadiq. Un'altra distribuzione è stata effettuata in una tendopoli realizzata da una Ong musulmana. Nessuno aveva ancora portato aiuti. Anche più a Sud, attorno a Lahore, ci sono molti sfollati. La Comunità di Sant'Egidio ha organizzato preghiere a Lahore e Islamabad per ricordare le vittime e continuerà a portare solidarietà.
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