Il vecchio con l’ombrello è seduto su una panchina all’Acquario. Aspetta che spiova, immerso nei suoi pensieri e nella sua solitudine. Sembra pronto a rialzarsi e ripartire, per affrontare ancora la vita. È un anziano di Genova. Uno dei molti. «Ho visto in quell’uomo tanta difficoltà ma anche tanta speranza» spiega Danilo Giuso, autore della fotografia, esposta da ieri con altri 28 scatti, alcuni d’autore, altri di semplici appassionati di fotografia, nel palazzo della Regione Liguria in piazza De Ferrari con orario continuato dalle 10 alle 19. La mostra “Viva gli anziani! Un’alleanza tra generazioni” è il frutto di un concorso internazionale, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Resterà a Genova fino all’11 febbraio e ha già fatto tappa a Roma, Padova e Trieste.
Forse andrà anche all’estero a raccontare come l’incontro tra le generazioni sia possibile. Non facile, ma auspicabile, scrive Mario Marazziti nel catalogo, perché «gli anziani ci fanno ogni giorno, senza dirlo e senza farlo pesare, un grande regalo: ci mostrano le debolezze e la grandezze della vita umana. Mostrano ciò che conta in mezzo a tante cose che non contano». «Abbiamo bisogno di questa nuova alleanza tra le generazioni, oppure, semplicemente, non andrà bene la vita che stiamo costruendo per noi e per chi viene dopo di noi».
Se Danilo Giuso, ex-bancario genovese di 52 anni con la passione della fotografia, ha colto con l’obiettivo il momento di una solitudine che non s’arrende (la foto ha avuto una menzione speciale della giuria, composta da fotografi nazionali e internazionali ed è stata pubblicata da un noto settimanale femminile), altri partecipanti al concorso come Marco Mantero, professore di fisica e matematica in un liceo di Rapallo, hanno catturato in un clic un momento di socialità insolito: Pierina, 95 anni, un corpo minuscolo, si lascia abbracciare senza diffidenza da un ragazzone mozambicano di due metri. Il gigante arrivato dall’Africa e la nonnina. «Pierina - spiega Mantero – vive da sola. Ha una persona che l’aiuta nelle faccende domestiche e una giovane amica, Franca,che l’accompagna agli incontri della Comunità di Sant’Egidio. In occasione di uno di questi nostri appuntamenti ha conosciuto un giovane africano, guarito dall’Aids grazie al progetto “Dream”. Gli è andata incontro con amichevole semplicità, senza pregiudizi e paure. Hanno fatto amicizia, pur parlando lingue differenti, con una spontaneità che mi ha stupito». L’incontro tra Pierina e il “gigante” africano è avvenuto nella casa di via Caffaro in cui sei anziani genovesi, senza parenti, abitano insieme, condividendo le spese delle bollette, del cibo, della badante. Non l’affitto perché l’appartamento è stato dato dalla Fondazione Carige in comodato d’uso alla Comunità di Sant’Egidio, che a sua volta l’ha messo a disposizione dei sei anziani. Un esperimento singolare e felice, in cui la pesantezza della vecchiaia è attenuata dalla condivisione e dal sostegno dei volontari che frequentano la casa, garantiscono i turni di riposo alla badante e momenti di socialità allargata. Altre foto raccontano situazioni più tipiche la tenera complicità di un nonno coi nipoti, il sostegno che si danno una nonna e una bambina mentre passeggiano insieme, il senso di protezione trasmesso da l’anziana dei Balcani ai nipoti, spauriti di fronte all’obiettivo del fotografo, la solidarietà generazionale tra due modeste pensionate.
La mostra, inaugurata ieri dall’assessore regionale Sergio Rossetti, vuole sfatare il luogo comune che accusa gli anziani di togliere futuro e lavoro ai giovani. «E mettere in luce - fa notare Doriano Saracino della Comunità di Sant’Egidio - come da due debolezze, quella fisica degli anziani e quella sociale degli immigrati stranieri, possa nascere una risorsa preziosa».
A Genova vivono 8.500 donne sole di età superiore agli 85 anni. Molte si affidano o sono affidate a badanti per evitare il ricovero in istituto. Le badanti o i badanti a loro volta trovano nelle anziane e negli anziani genovesi la possibilità di una regolarizzazione. Generazioni e mondi differenti si incontrano, spesso si alleano. Senza bisogno di parole. Come racconta la foto intitolata “Contatti”, una mano scura e forte che solleva da letto una mano bianca, fragile e ossuta.
CINQUE GIORNI DI INCONTRI POI LA FESTA
GLI ANZIANI incontrano gli studenti, i bambini. Gli adolescenti, i badanti e le badanti che si occupano di loro. La mostra fotografica “Viva gli anziani! Un’alleanza tra generazioni” è accompagnata da cinque giorni di appuntamenti e da una festa finale.
Ieri sera, dopo L’inaugurazione della rassegna fotografica nel palazzo della Regione, a Palazzo Ducale gli studenti di licei e istituti superiori genovesi insieme alla Comunità di Sant’Egidio, hanno offerto una cena agli anziani. Oggi alle 16.30 è in programma l’incontro tra alcuni anziani e gli studenti della scuola di lingua e cultura italiana per stranieri della Comunità di Sant’Egidio. Lunedì alle ore 17 e mercoledì alle ore 16.30 saranno i bambini e gli adolescenti delle Scuole della pace della Comunità di Sant’Egidio a dialogare con chi ha molti più anni di loro e tanta vita vissuta da raccontare.
Il calendario prosegue giovedì prossimo 10 febbraio alle 16.30 con l’appuntamento “Ho bisogno di te”, un incontro dedicato alle badanti che lavorano a Genova. Venerdì 11 febbraio è in programma a partire dalle 16.30 la festa conclusiva della mostra e degli eventi che l’hanno accompagnata.