L'Italia si è divisa tra il no e il sì. Nelle periferie ha vinto il no, anche se non è stato solo un voto periferico. A Roma, nei due municipi con il reddito più alto ha vinto il sì. Nel resto della capitale il no: nel VI Municipio, periferico e a reddito basso, il no ha superato il 70%. A Milano in città ha vinto il sì con il 51,13%, che invece in provincia ha raggiunto solo il 47,38%. Il Mezzogiorno ha votato compattamente no, con punte oltre il 70% in Sardegna e Sicilia. C'è stata anche una frattura generazionale: il no ha avuto successo tra i giovani e il sì tra gli italiani sopra i 55 anni. La gente ha voluto far sentire la propria voce con una forte affluenza al voto, il 68,48%. È un fatto positivo per la salute della democrazia. Non è stato però solo il dibattito serrato a spingere al voto, ma anche la volontà di dire no. C'è nel voto qualcosa che va oltre la risposta al quesito sulla riforma costituzionale e al referendum su Renzi. Il no si è fatto carico del rifiuto e della protesta: è stata la manifestazione dei sentimenti delle periferie geografiche e urbane.
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Andrea Riccardi
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