Al mondo sono 51 milioni - più di un terzo di quelli che nascono ogni anno - i bambini che ufficialmente non esistono: che per lo stato non hanno nome, età, cittadinanza, identità.
Nell’Asia meridionale e nell’Africa subsahariana quasi due minori su tre sono invisibili. Perché al momento della nascita non vengono registrati all’anagrafe (i genitori sono analfabeti, i funzionari lontani, la burocrazia farraginosa...) e di conseguenza non hanno diritti: alla scuola, alla sanità, alla protezione giuridica ed economica statale.
O peggio: bambini che facilmente possono finire risucchiati nel commercio sessuale o nel traffico di organi o nello sfruttamento del lavoro minorile, ritrovandosi a 7-8 anni schiavi nelle piantagioni, nelle industrie, nelle miniere. Oppure, in caso di guerre, venire arruolati come baby soldati, con licenza di uccidere ed essere uccisi. Tanto chi ne approfitta non può venire punito: sono bambini ombra. E di loro si può fare qualunque cosa.
Una piaga sconosciuta o trascurata: 51 milioni di vittime (stima dell’Unicef) è una cifra da capogiro. Da ricordare in occasione del 20 novembre, quando compirà 21 anni la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il primo trattato che ha stabilito per i minori diritti riconosciuti a livello internazionale. Tra le associazisni in prima linea nel garantire la registrazione anagrafica dei bambini, sensibiizzando da un lato i genitori dall’altro le istituzioni governative, c’è la Comunità di Sant’Egidio, che da qualche anno ha avviato il programma Bravo! efinora ha contribuito a registrare 35 mila bambini in 35 Paesi del mondo. È davvero facile per chiunque aiutare: con 5 euro si registra un bambino. Si paga con carta di credito o Paypal o versamento su c/cpostale e bancario 807040, Comunità di S.Egidio-ACAP Onlus, IBAN: 1T67D07601032000000 00807040 (info: wwwsantegidio.org).
Antonella Barina
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