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23 Septiembre 2014

Famiglie rom

 
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La fine dell'anno scolastico segna come sempre un tempo in cui si fa il punto della situazione delle famiglie rom con cui siamo in cammino.
Si è trattato di un anno calmo dal punto di vista degli sgomberi, questo ha avuto una conseguenza molto importante: nessun bambino ha dovuto cambiare scuola in corso d'anno né rimanere per lunghi periodi lontano da essa.
Noi stessi, non avendo sempre emergenze da fronteggiare, abbiamo potuto dedicare più tempo e attenzione
alla qualità dei percorsi scolastici, ai problemi della salute (spesso importanti per chi non ha mai potuto curarsi in modo adeguato),e al dialogo con bambini, ragazzi, genitori. Riflettere insieme aiuta loro e noi a capirci e a trovare punti condivisi su cui crescere.
Abbiamo potuto così raccogliere dei frutti molto belli sul piano dell'interazione nella società; sono in particolare tre le storie che desideriamo raccontarvi.
La famiglia di Ioana abita ormai da tre anni in casa; l'anziana vicina di casa, la signora Maria, milanesissima,
è diventata amica di famiglia, ma all'inizio di quest'anno subisce un gravissimo lutto e scopre che la sua situazione economica è allo sfascio. Viene sfrattata, ma non può sobbarcarsi l'onere di un nuovo affitto. Ioana, con il marito e i figli, trova naturale che questa amica, che tante volte ha preso con loro il caffè, ha festeggiato compleanni e ricorrenze, ha fatto compagnia ai bambini, sia accolta nella loro casa, ed è lì che Maria vive ormai da alcuni mesi.
Luis è un giovane papà, sua moglie lavora in una sartoria, lui in questo periodo è disoccupato. Poche settimane fa, al momento di partire per la colonia della Comunità di Sant'Egidio con 30 bambini delle baraccopoli, la persona che avrebbe dovuto dare un aiuto in cucina ritira la propria disponibilità. Sarà proprio Luis che per una settimana farà il volontario e grazie anche alla sua collaborazione nella cucina della colonia tutto funzionerà bene.
A volte, senza volerlo, creiamo etichette che identificano chi è aiutato, e che di conseguenza matura inevitabilmente una logica di dipendenza, e chi aiuta. Mescolare le carte, confondere chi aiuta con chi è aiutato, far sentire anche ai più poveri che le loro risorse sono necessarie agli altri come quelle di chiunque, ristabilisce l'uguaglianza della dignità e aiuta a dare valore a ciascuno. È in questa logica che i bambini della colonia, durante la loro settimana di vacanza, hanno dedicato una giornata a preparare e realizzare una festa con gli anziani della casa di riposo del paese più vicino.
All'inizio c'era una certa «compostezza», poi, di canto in canto e di gioco in gioco, anziani e bambini si sono ritrovati insieme con la naturalezza di una famiglia.
Sempre sul fronte delle vacanze, quest'estate tra oratori estivi, colonie di diversa gestione e campi scout, i bambini che trascorrono un periodo di serenità in luoghi di villeggiatura sono una settantina. Intorno a loro si muove un mondo di animatori, accompagnatori, genitori, amici che preparano l'equipaggiamento per le diverse destinazioni, finanziatori: ci piace sapere che, seppur in modo invisibile, a Milano si muova una grande rete di persone che spesso nemmeno si conoscono tra loro, ma sono unite dal desiderio di fare la propria parte per un mondo più giusto.
Altra novità di questi mesi è che due famiglie hanno raggiunto l'obiettivo di andare a vivere in casa, grazie al loro lavoro e al sostegno economico che forniamo per integrare l'onere degli affitti. Altri nuclei si stanno dando da fare per intraprendere lo stesso cammino.
La nota dolente di questi mesi sono i ragazzi che seguiamo da anni nelle tante traversie della loro vita e che, giunti alla scuola media, hanno visto franare i loro percorsi scolastici; i tanti, troppi sgomberi ripetutisi per anni e anni, hanno creato uno svantaggio che a un certo punto si è mostrato in tutta la sua gravità. Purtroppo le alternative sono troppo poche e spesso per accedervi è richiesta un'età che i nostri ragazzi ancora non hanno. Tutto questo crea una situazione di rischio di abbandono che ci preoccupa molto.
Operare oggi perché i genitori di questi bambini abbiano un lavoro e di conseguenza una casa, con la stabilità che ne deriva, significa prevenire un handicap scolastico che può sfociare solo nella reiterazione dell'emarginazione sociale.Viceversa, andare a scuola regolarmente oggi, significa aprire delle strade di successo per il futuro.
Chi volesse aiutarci può farlo con un bonifico a Comunità di Sant'Egidio Milano onlus, MAN: IT 42 F 02008
01628 000100909828, causale: *minori rom* (è importante precisare la causale). Per facilitarci la contabilità,
vi chiediamo se potete poi mandarci una mail a questo indirizzo.
Un caro saluto da Stefano Pasta - Comunità di Sant'Egidio Milano onlus
Flaviana Robbiati, Assunta Vincenti «mamme e maestre di Rubattino»

Stefano Pasta


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