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29 Octubre 2010

Napolitano in Cina cita come esempi Marco Polo e Matteo Ricci. Expo, Passaggio del testimone fra la megalopoli e il nostro Paese

«Per l'Italia futura le virtù del passato»

Il Presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo: la sfida dell'integrazione richiede di "immaginare creativamente strategie per vivere insieme"

 
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Voi dovete essere pronti a prendere questo testimone ed a iniziare la nostra la corsa per fare un Expo non irraggiungibile con le cose viste qui a Shanghai, ma all'altezza del nostro prestigio, delle aspettative del mondo e delle nostre possibilità». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo al Padiglione Italia dell'Expo di Shanghai, davanti alla comunità italiana che vive nella metropoli cinese.

«In Cina — ha detto Napolitano - ho incontrato molti amici che mi hanno parlato della voglia che hanno di dare una mano al nostro Expo, dopo che noi abbiamo contribuito per la nostra parte al loro successo. Non diffidiamo di loro, nonmostriamo di aver paura del gigante cinese. Accogliamoli, facciamo dare una mano». Il padiglione italiano — nel quale è presenteanche una sezione dedicata alla Regione Lombardia — è stato fra i più visitati dai cinesi. «Ci sono tanti motivi che possono spiegare questo successo — ha sottolineato Napolitano —: a parte la struttura, il merito va anche a tutto ciò che è contenuto e vive nel padiglione, al fatto che ci sono italiani che trasmettono una carica di umanità e di simpatia come pochi altri popoli sono in grado di fare. Questo i cinesi lo comprendono, lo sentono e lo apprezzano». Da Brunelleschi a Palladio a De Chirico, dalla moda alla grande musica, dalla pasta a Giulini, Muti, Abbado, la Scala, il design, l'automobile, non manca nulla delle eccellenze italiane nel cuore dell'Expo di Shanghai. «Avete scritto — dice il presidente — una bella pagina per il nostro Paese. Ma anche la Cina è una grande Paese, cresciuto enormemente negli anni. Ricordo che quando venni qui la prima volta il problema dei suoi dirigenti era quello di garantire una ciotola di riso a ogni cinese. Oggi che stanno crescendo come nessun altro non fanno discorsi trionfalistici, anzi, impietosamente sollevano i problemi da risolvere e non nascondono come si siano pagati fallimenti ed errori. Eppure noi italiani possiamo fare molto per la Cina, pur sapendo che il baricentro degli affari internazionali si è spostato nel Pacifico. Basta non avere paura». «Contiamo moltissimo su quello che vi preparate a fare in vista dell'Expo di Milano - ha detto salutando dar-palco il presidente del- la Regione Lombardia Roberto Formigoni - dovete essere pronti a prendere questo testimone e a cominciare la corsa». Napolitano cita in proposito Marco Polo e il gesuita Matteo Ricci: «Entrambi — dice - non hanno avuto timore di avventurarsi in un Paese sconosciuto. Se non c'è accoglienza, si generano conflitti». Con queste stesse parole il presidente ha chiuso il suo saluto ai parte cipanti del convegno Vivere insieme nelle città multiculturali, organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio nell auditorium del padiglione italiano, presente tra gli altri l'arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. Nella sua relazione il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, ha ricordato che la sfida dell'integrazione richiede di «immaginare creativamente strategie per vivere insieme».

«Ci sono grandi opportunità — ha concluso Napoletano - per le imprese italiane che producono beni ad alto contenuto tecnologico e ad alto valore aggiunto. L'Italia potrà cogliere queste opportunità se farà conoscere meglio le sue virtù del passato e, insieme, le sue capacità di oggi». «Insomma, è necessaiio mettere a frutto - ha spiegato - le nostre risorse migliori, a cominciare da quelle rappresentate nel Padiglione Italiano dell'Expo: creatività, iniziativa».


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