La visita di Mario Monti e la marcia, organizzata con la Comunità di Sant'Egidio, per ricordare la deportazione dal Ghetto del 16 ottobre 1943. Sessantanove anni dopo la comunità ebraica romana non perde il filo rosso del ricordo: "Non c'è futuro senza memoria" recitava lo striscione che ieri sera apriva il corteo della marcia. Il premier - mentre il corteo silenzioso si snodava da piazza Santa Maria in Trastevere al largo che, accanto al Tempio maggiore, ora ricordala data della deportazione - si è recato in visita privata al museo ebraico e alla Sinagoga.
Ad attenderlo c'erano il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e i presidenti dell'Ucei Renzo Gattegna e della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, oltre a Daniele Regard che guida l'Unione dei giovani ebrei italiani. Poi, mentre i tanti partecipanti alla marcia si radunavano in largo 16 ottobre 1943, è venuto il momento dei discorsi: Monti ha voluto ricordare Shlomo Venezia, morto 15 giorni fa dopo anni di testimonianza ai giovani degli onori che aveva vissuto ad Auschwitz: «La memoria - ha detto il premier ricordando Venezia - è il modo per custodire il presente e costruire il futuro».
E ancora: «Voglio dire alla comunità ebraica: non vi lasceremo soli. Siamo pronti a sostenere le iniziative legislative all'esame del Parlamento contro il negazionismo». Forti applausi, mentre tra la folla si notavano ex sindaci come Walter Veltroni, sindaci in carica come Alemanno, candidati al Campidoglio possibili come David Sassoli e ormai certi alla Regione come Nicola Zingaretti. E dopo gli interventi di Di Segni, Gattegna, Pacifici e di Marco Impagliazzo, successore di Riccardi alla guida della Comunità di Sant'Egidio, Monti ha conquistato la piazza con un discorso proiettato tra la memoria - «Il 16 ottobre 1943 non riguarda solo gli ebrei, ma l'intera città di Roma. Roma oggi non vuole dimenticare» -, il presente - «L'antisemitismo non è ancora debellato in Europa» - e il futuro: «Non possiamo permetterci che la costruzione e l'integrazione dell'Unione europea possa piombare nella disintegrazione e nella disgregazione.
I fenomeni del razzismo e dell'antisemitismo vanno sorvegliati e combattuti per tempo. Altrimenti le fondamenta del magnifico edificio europeo verranno erose». E davanti alle circa 4 mila persone nello slargo, Pacifici ha voluto ricordare la presentazione ieri in Senato del disegno di legge contro il negazionismo, auspicando il via libera entro la fine della legislatura dei provvedimenti sui cybercrime proposti dai ministri Riccardi e Severino. L'ultima notizia di giornata: entro 20 giorni il ponte dell'Ostiense potrebbe essere intitolato a Settimia Spizzichino, l'unica donna romana tomaia da Auschwitz.